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Amundi: la flessibilità è d’obbligo in un contesto incerto

Nessun pericolo recessione nell’immediato ma è bene mantenere un atteggiamento prudente sulle azioni. L’incertezza commerciale e il rallentamento della zona euro sono dei rischi che potrebbero pesare sui portafogli

di Fabrizio Arnhold 19 Novembre 2019 09:56

Fine dell’anno all’insegna dell’incertezza sui mercati. La recessione globale, l’incertezza sul fronte dazi, l’incapacità delle banche centrali di agire e il rallentamento congiunturale nella zona euro sono le incognite che potrebbero avere un impatto non trascurabile sui portafogli degli investitori. “Il ciclo non ha ancora toccato il fondo e sono prevedibili ulteriori rallentamenti sia in Europa, sia negli Usa”, spiega Matteo Germano, cio Italy e global head of multi-asset di Amundi. “La debolezza sul fronte commerciale, unitamente ai consumi domestici fiacchi, potrebbero favorire il potenziale contagio dei rischi dal settore manifatturiero a quello dei consumi”.

NESSUN PERICOLO RECESSIONE ALL’ORIZZONTE


Nell’immediato futuro occhi puntati sull’incertezza dei tassi di interesse e l’ambiguità sulla direzionalità del mercato. “Non interpretiamo questi dati come l’inizio di una recessione”, continua Germano. “Crediamo invece che nel breve acquisteranno rilevanza i tassi di interesse e la direzionalità del mercato, in un quadro di continuo peggioramento del contesto macro-economico”.

LA SITUAZIONE GEOPOLITICA


Luci e ombre sul contesto macro-economico. “Nuovo governo in Italia, segnali di una conclusione della saga della Brexit, impeachment del presidente Usa Trump - si legge nell’analisi di Amundi - che potenzialmente potrebbero ancora avere delle ripercussioni sul sentiment di mercato”. Tutti segnali che consigliano prudenza: non è il momento di aumentare il rischio.

ATTEGGIAMENTO PRUDENTE SULLE AZIONI


“La scarsa visibilità sugli utili futuri ci induce ad adottare prudenza nei confronti delle azioni”, commenta il cio Italy e global head of multi-asset di Amundi. “Il valore relativo tra le azioni e le obbligazioni si sta riducendo, ma è troppo presto per adottare una posizione totalmente difensiva”. Cosa è meglio fare? “Consigliamo agli investitori di rimanere flessibili e di adottare delle strategie sulle opzioni per modulare in modo tattico l’esposizione e beneficiare dei potenziali rimbalzi dei mercati”.

LA CACCIA AL RENDIMENTO


La quantità di obbligazioni con un rendimento negativo è ai massimi storici, per questo la caccia al rendimento continuerà. “Sul fronte delle obbligazioni societarie, preferiamo quelle in euro a quelle in dollari Usa”, è quanto emerge dall’analisi di Amundi. “Da un punto di vista tattico, privilegiamo le obbligazioni HY (ad alto rendimento, ndr) in euro (principalmente per il carry) alla luce dell’outlook positivo sul tasso di default, dell’offerta limitata e delle politiche accomodanti della Bce”.

LE POLITICHE DELLE BANCHE CENTRALI


L’atteggiamento accomodante delle banche centrali dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi. “Qui rimaniamo favorevoli alla duration (durata finanziaria, ndr), ma abbiamo aggiustato alcune delle nostre opinioni sui tassi reali dei titoli di Stato decennali britannici e sugli Schatz, che continueranno ad essere supportati dalla politica ultra-espansiva delle Bce”, conclude Matteo Germano. Per mettere al sicuro il portafoglio, si può pensare anche a coperture strutturali come lo yen giapponese o l’oro.
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