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Alessandro Tentori

Come adattare il portafoglio alle strategie (diverse) di Fed e Bce

Mentre la banca centrale americana, per contrastare il rallentamento dell’economia, ricorre al collaudato strumento del taglio dei tassi, le misure della Bce sono più complesse. I tassi negativi fanno bene ai Btp

di Redazione 26 Settembre 2019 07:00
financialounge -  Alessandro Tentori Axa Investment Managers Morning News

La Fed e la Bce sono costrette a percorrere strade diverse pur avendo un obiettivo comune: favorire il recupero dell’economia, che in America sta rallentando e in Europa sta annaspando, utilizzando gli strumenti a disposizione della politica monetaria. Il percorso della Federal Reserve guidata da Jerome Powell in questa fase sembra più semplice e lineare. Sin da fine 2015 infatti, allora sotto la guida di Janet Yellen, aveva imboccato la strada del ritorno alla normalità monetaria dopo gli anni del Quantitative Easing inventato da Ben Bernanke per rispondere alla Grande Crisi, iniziando ad alzare i tassi di interesse un quarto di punto alla volta. Un percorso che l’ha condotta, nell’arco di 3 anni, a portare il costo del denaro in termini di tassi dei Fed Fund al 2,5%, quello toccato dopo l’ultimo rialzo effettuato da Powell a dicembre dello scorso anno. Poi cambiare rotta è stato relativamente facile, è bastato qualche passettino indietro, due finora, sulla strada finora fatta in salita, semplicemente invertendo la direzione di marcia.

LA FED HA INVERTITO IL CAMMINO E LA BCE HA IMPUGNATO IL BAZOOKA


Per la Bce, in cui Mario Draghi si prepara a passare il timone a Christine Lagarde dal primo novembre prossimo, il percorso è stato meno lineare, non certo per responsabilità della sua leadership, che anzi passerà alla storia per aver salvato l’euro dal collasso nel 2012, ma per il diverso contesto economico e finanziario in cui si è trovata a dover operare. Alla fine del 2018 infatti la Bce si preparava a seguire le orme della Fed sulla strada del ritorno alla normalità, che avrebbe significato il primo rialzo dei tassi dai tempi di Trichet, proprio quando Powell venne costretto dal montare della guerra dei dazi a convertirsi da falco a colomba, per prevenire un impatto negativo di fattori geopolitici sulla ripresa economica americana. A quel punto anche la Bce ha dovuto necessariamente correggere la rotta, con la differenza che non aveva i margini per abbassare. Draghi è tornato così a impugnare il bazooka delle misure non convenzionali di politica monetaria.

LA MANOVRA COMPLESSA DELLA BCE HA IMPATTATO BENE SUI BTP


Alessandro Tentori, Cio di AXA IM Italia, individua infatti un distinguo tra Usa ed Europa nella sua lettura delle ultime decisioni di Fed e Bce, quando Powell ha abbassato i tassi per la seconda volta, sempre di un quarto di punto, mentre Draghi ha dovuto tirar fuori una serie di misure più complesse, come l’ulteriore spinta in territorio negativo dei tassi sui depositi attenuata dal cosiddetto tiering, che ne attutisce l’impatto sui bilanci delle banche. Negli Usa, osserva Tentori, è stato sufficiente il “buon vecchio taglio dei tassi” per contrastare il rallentamento dell’economia, una misura per ora soprattutto preventiva. In Europa invece la manovra annunciata quasi in contemporanea da Draghi riporta di attualità l’utilizzo dello strumento del bilancio della banca centrale, vale a dire il ritorno all’acquisto di titoli, come ai tempi del Quantitative Easing, associato ai tassi negativi. Questa manovra ha avuto effetto sui mercati finanziari, con ricadute positive importanti per i Btp italiani, non ancora sugli aggregati economici. Per farli muovere, e Draghi lo ha sottolineato più volte con forza anche molto recentemente, bisogna che si diano da fare i governi, con politiche fiscali appropriate.


POSIZIONAMENTO: EQUITY AMERICANO, MIX DI HIGH YIELD E DEBITO EMERGENTE


Per quanto riguarda il posizionamento dell’investitore, le strade diverse, anche se non certo divergenti, che hanno imboccato le banche centrali di America e Europa hanno implicazioni importanti. Nell’analisi proposta da Tentori queste implicazioni si concretizzano nel prediligere un posizionamento moderato sull’azionario americano, mentre sul reddito fisso l’esperto di AXA manifesta una predilezione per i bond high yield e per il debito emesso dai mercati emergenti, soprattutto sulle scadenze più brevi.
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