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Come scegliere il meglio dell’azionario cinese

Il rallentamento cinese riduce il supporto macroeconomico, ma l’attività di ricerca bottom up basata sui fondamentali permette di individuare le singole opportunità nell’azionario Cina

22 Marzo 2019 07:00

financialounge -  azioni Capital Group cina Morning News Stephen Green
Mentre l’azionario Cina ha registrato un buon recupero nei primi due mesi di quest’anno (con l’MSCI China Investable Market Index in rialzo del 15%), l’economia del colosso asiatico evidenzia diversi indicatori chiave in rallentamento coordinato: dalle esportazioni all’immobiliare, dalle spese al consumo alla manifattura, fino alla fiducia delle imprese. E purtroppo né i recenti stimoli monetari messi in campo dalla Cina e nemmeno qualche incremento del budget di investimento nelle ferrovie sembrano destinati ad invertire questo trend. Anche perché, attualmente, il timore maggiore delle autorità di Pechino è che un’ulteriore iniezione di stimoli potrebbe determinare un nuovo pericoloso rally rialzista del mercato immobiliare, che sfocerebbe in una bolla finanziaria dalle conseguenze imprevedibili. Insomma, ci vorrà tempo prima che questo ciclo, unico nella storia pluridecennale della crescita economica cinese, si concluda e anche l’azionario Cina ne potrebbe soffrire.

TASSO DI CRESCITA DEL CREDITO


“Da tenere sotto osservazione è il tasso di crescita del credito, che ha mostrato di essere un indicatore affidabile” puntualizza Stephen Green, Economista di Capital Group. A questo proposito l’aumento del credito, che rappresenta anche per l’economia di Pechino il motore della crescita, sta disegnando una traiettoria discendente su base annua a partire dal 2010. “Le nostre previsioni propendono per una possibile minima crescita nel 2019 ma, comunque, non tale da influire in maniera significativa sul rallentamento del ritmo di crescita del PIL cinese” rivela l’esperto.

RICERCA BOTTOM UP


Il quale, pur ammettendo che il rallentamento cinese riduce il supporto macroeconomico all’azionario Cina, resta convinto che l’attività di ricerca bottom-up, basata sui fondamentali e che analizza le società una per una, possa consentire di identificare le singole opportunità. “Gli investitori con un profilo prudente e con un approccio selettivo potrebbero riuscire a individuare opportunità interessanti sia nell’ambito delle aziende cinesi interessate da trend di crescita secolari e sia nelle multinazionali che vantano ricavi significativi in Estremo Oriente, come Nike, Apple e Starbucks” specifica Stephen Green.

DOVE RINTRACCIARE OCCASIONI


L’esperto segnala inoltre un altro segmento dov’è possibile rintracciare occasioni di investimento nell’azionario Cina sulla scia della crescente disponibilità di reddito della classe media: le compagnie, sia domestiche che estere, che operano nei servizi finanziari e nell’ambito dei viaggi. Opportunità, sempre secondo Stephen Green, emergono poi nell’ambito delle aziende hi tech innovative attive nella realizzazione di semiconduttori per l’automazione industriale e per i dispositivi mobili.

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VALUTAZIONI PIU’ CONVENIENTI DEL 2017


Stephen Green non trascura il fatto che alcune multinazionali statunitensi abbiano annunciato una contrazione dei ricavi in Cina nell’ultimo trimestre, ma suggerisce anche di non dimenticare le solide le prospettive di lungo periodo per la vendita di smartphone, caffè e sneaker nel paese più popoloso al mondo. Non solo. Per l’esperto le valutazioni di molte società dell’azionario Cina sembrano attualmente più interessanti di quanto non lo fossero nel 2017 e, inoltre, si potrebbero creare le condizioni di un’ulteriore apertura alle società straniere da parte della Cina come conseguenza dei futuri accordi di scambio commerciale tra Washington e Pechino.

STOCK CONNECT


A questo proposito, Stephen Green tiene a far presente anche gli impatti positivi del programma Stock Connect cinese che, negli ultimi anni, ha contribuito a semplificare l’ingresso nel mercato delle A-share da parte degli investitori esteri. “Nel settore del software, si nota una certa vivacità di aziende nel mercato domestico, con una contestuale concorrenza nei servizi basati sul cloud. Un accordo tra Washington e Pechino potrebbe anche migliorare la protezione della proprietà intellettuale, con ricadute positive non soltanto sulle multinazionali che operano in Cina ma anche sui leader di mercato domestici” conclude Stephen Green.

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