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Le tre “T” che porteranno volatilità sui mercati nel 2019

In italiano corrispondono a inasprimento monetario, scambi commerciali e debito eccessivo e secondo Capital Group rischiano di destabilizzare i mercati portando nuova volatilità

19 Febbraio 2019 16:30

Tightening, trade, too much debt: sono le tre “T” che nel 2019 porteranno volatilità sui mercati. In italiano corrispondono a inasprimento monetario, scambi commerciali e debito eccessivo e secondo Martyn Hole, Investment Director di Capital Group, sono i tre fattori che potrebbero destabilizzare i mercati finanziari quest’anno.

FASI DIVERSE DEL CICLO


Fattori che si inseriscono nelle dinamiche che interessano le diverse aree geografiche, le cui economie si trovano in fasi diverse del ciclo economico. Il primo tassello riguarda le economie sviluppate, che secondo l’esperto di Capital Group hanno raggiunto una fase avanzata del ciclo con Usa e Regno Unito a guidare il gruppo seguite da Giappone ed Eurozona. Tuttavia, lo stesso Hole spiega che “c’è sempre la possibilità di fasi aggiuntive”. Guardando invece alle economie emergenti, se India e Brasile sembrano all’inizio del ciclo economico, la Cina ha già superato il picco e segue a ruota gli Usa.

ATTENZIONE ALLA CINA


Proprio la Cina, secondo Hole, è un altro elemento di preoccupazione per il 2019 a causa del recente rallentamento che emerge dai dati ufficiali. Una frenata della Cina, infatti, ha impatti rilevanti sul resto del mondo e in particolare sulle altre nazioni emergenti che forniscono le materie prime alle aziende cinesi. La disputa commerciale con gli Usa non aiuta, anche se lo stesso Hole riconosce che nelle ultime settimane gli sviluppi stanno andando nella direzione voluta dai mercati.

LO SCONTO DEI MERCATI EMERGENTI


Ma tornando ancora sui mercati emergenti – un’area ben conosciuta da Capita Group che, vale la pena ricordarlo, nel 1986 ha lanciato il primo fondo azionario dedicato agli emergenti – è utile sottolineare che le valutazioni sono attualmente inferiori rispetto a quelle dei mercati sviluppati “con uno sconto medio vicino al 27%”. “Ci sono diversi motivi per essere ottimisti sugli emergenti – spiega Hole – a partire dalle solide prospettive di crescita degli utili”.

Nelle fasi di volatilità attenzione ai dividendi


Nelle fasi di volatilità attenzione ai dividendi






INCERTEZZA EUROPEA


Guardando invece a Usa ed Europa, Hole sottolinea come le azioni statunitensi siano diventate costose, nonostante un aumento contemporaneo degli utili. Ma tale crescita delle valutazioni non ha riguardato tutti i settori in maniera indiscriminata. Quando si parla di Europa, invece, non si può prescindere dalle incertezze politiche con il rischio hard Brexit e l’Italia “troppo importante per essere ignorata e troppo grande per un salvataggio”. In ogni caso, rispetto agli Usa, le azioni europee risultano essere meno care, con esempi concreti come Adidas (invece di Nike) e Airbus (invece di Boeing).

Video - Outlook 2019: le tre "T" che spaventano i mercati


Outlook 2019: le tre "T" che spaventano i mercati





CONTRASTARE LA VOLATILITÀ


Infine, Martin Hole consiglia alcuni approcci adatti alla tipologia di investitore. Per coloro che sono alla ricerca di crescita, per esempio, esistono alcuni trend secolari da cavalcare investendo su settori come il cloud computing (Amazon, Microsoft) o quello dei biofarmaci, con particolare attenzione alla ricerca contro i tumori. Società in grado di mantenere i dividendi anche in caso di peggioramento delle condizioni, invece, sono adatte a investitori con approccio difensivo. Per quanto riguarda il debito, l’esperto di Capital Group invita a rimanere prudenti “finché le valutazioni non diventeranno interessanti” e mette in guardia dal rischio di credito, finora sottovalutato rispetto all’aumento dei tassi.
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