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Bund, un destino diviso tra la fine del QE e il rischio Italia

Prevista una maggiore volatilità per i titoli di stato europei e in particolare per i bund che sono esposti a due forti forze (fine del QE della BCE e rischio Italia) che li spingono in direzioni opposte

di Redazione 21 Giugno 2018 09:46

financialounge -  bund obbligazioni quantitative easing titoli di stato
Negli ultimi anni, gli acquisti di obbligazioni sul mercato da parte della BCE hanno di fatto escluso nei mesi estivi impatti significativi sia sui rendimenti e sia sui premi di rischio dei titoli di stato in euro. Questo grazie anche al fatto che le nuove emissioni in questo periodo dell’anno sono, di solito, molto basse. O sono comunque molto inferiori agli altri mesi dell’anno.

FLY TO QUALITY PER IL RISCHIO ITALIA


Tuttavia, la situazione politica italiana, potrebbe innescare fasi di fly to quality (vendita sul mercato di titoli ritenuti meno sicuri per acquistare quelli valutati come più solidi), con conseguenti flussi verso i titoli di stato tedeschi (bund) e un brusco ampliamento del differenziale di rendimento rispetto ai bund (spread) per le obbligazioni con rating inferiore, come sperimentato nella seconda metà di maggio.

TROPPO AMPIO LO SPREAD BUND-TREASURY


D'altra parte, tuttavia, una progressiva riduzione degli acquisti da parte della BCE sul mercato dovrebbe guidare verso l’alto i rendimenti dei bund, visto peraltro il loro ampio differenziale di rendimento rispetto ai titoli del Tesoro USA. Alla luce di tutto questo, gli addetti ai lavori si aspettano una maggiore volatilità per i titoli di stato della zona euro che risultano esposti a queste due forti forze che li spingono in direzioni opposte.

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IMPLICAZIONI SULLE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE


Uno scenario che ha inevitabili implicazioni anche sul segmento delle obbligazioni societarie. L'impatto delle dichiarazioni di Draghi nella conferenza stampa di giovedì scorso, è stato piuttosto contenuto sulle obbligazioni societarie. Mentre i mercati dei credit default swap (CDS, i contratti che permettono ai possessori di obbligazioni di assicurarsi contro il rischio default dell’emittente) sono aumentati di circa 3 punti base (+0,03%), gli spread delle obbligazioni in euro si sono ridotti di circa 1 punto base (-0,01%), e restano ben al di sotto dei livelli più alti fissati a maggio. Gli acquisti costanti e mirati della BCE negli ultimi due anni sono stati determinanti per la compressione dei rendimenti delle obbligazioni societarie ed hanno contribuito in modo netto alla drastica riduzione della volatilità.

DETERIORAMENTO DEI FATTORI TECNICI


Anche se la BCE rimarrà un attore importante nei mercati delle obbligazioni societarie attraverso la sua continua attività di reinvestimento (e anche ammettendo che la normalizzazione del bilancio della banca centrale europea non produca nessun impatto negativo sui tassi alle imprese e gli oneri finanziari da sostenere), la riduzione del QE nel quarto trimestre potrebbe tuttavia coincidere con un ulteriore aumento delle attività di M&A (fusioni e acquisizioni). Il conseguente deterioramento dei fattori tecnici del mercato (maggiori richieste di risorse per M&A da parte delle aziende significa aumentare l’indebitamento complessivo), potrebbe quindi pesare sugli spread, in particolare in caso di deflussi importanti da parte degli investitori.

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ATTENTA E SELETTIVA SCELTA DI EMITTENTI E TITOLI


La raccomandazione è che, in un mondo post-QE, gli investitori dovrebbero prepararsi ad un aumento della volatilità del mercato e ad una dispersione più diffusa dei prezzi e delle quotazioni degli emittenti e dei titoli, anche all’interno della stessa area geografica e dello stesso settore. Gli sviluppi imprevisti potrebbero anche portare a correzioni più profonde e chirurgiche, alla luce anche delle continue tensioni commerciali e dei rischi politici e geopolitici. Meglio quindi che gli investitori assumano in portafoglio una posizione molto attenta e selettiva degli emittenti e dei titoli.

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