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“Sul lungo termine meglio prepararsi ad alleggerire le posizioni”

Il mercato europeo sebbene manchi di ‘leadership’ ha buoni fondamentali: rapporto prezzo/utili pari a 15, crescita del PIL buona (2%) e inflazione inesistente. Intervista a Ugolini di Zest AM.

15 Marzo 2018 10:21

financialounge -  azioni Edoardo Ugolini fondi a lungo termine obbligazioni Zest Absolute Return Var 4 Zest Asset Management
Il mercato azionario e la volatilità offrono ancora occasioni da cogliere in modo opportunistico. Al contrario, meglio stare alla larga dalle obbligazioni e, in particolare, dai titoli che ancora esprimono rendimenti negativi. Il dollaro, invece, sembra aver trovato una momentanea pausa con il fixing eur/USD che oscilla tra 1,20 e 1,25. Purtroppo a medio termine vediamo nubi addensarsi all’orizzonte. Ancora lontane per adesso, ma bisogna cominciare a tenerne conto. Sono queste alcune delle conclusioni a cui giunge in questa intervista Edoardo Ugolini , Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0397464685"]Zest Absolute Return Var 4[/tooltip-fondi], che, a medio termine, scorge nubi addensarsi all’orizzonte: ancora lontane per adesso ma meglio cominciare a tenerne conto.

Voi affermate che in ambito azionario “avete coperto lo short dell’1% sull’azionario europeo e avete progressivamente ricostruito una posizione rialzista”: per quali ragioni?

“L’azionario necessitava, come peraltro avevamo scritto, di una correzione e di una recrudescenza della volatilità. Il mercato ha corretto dell’11,50% (in base all’indice Eurostoxx 50) dal 23 gennaio al 9 febbraio (cioè in circa due settimane). A questo punto abbiamo iniziato a invertire le posizioni. Il mercato europeo manca solo di ‘leadership’, ma i fondamentali sono buoni: rapporto prezzo / utili (p/e) pari a 15, crescita del PIL buona (2%) e inflazione inesistente (solo per citare alcuni dei principali parametri)”.

Inoltre avete chiuso le esposizioni lunghe (rialziste) di volatilità e le avete invertite con una piccola vendita di put su Eurostoxx 600 scadenza 16.03.2018: ritenete pertanto che la volatilità a breve possa scendere invece che salire?

“No, la volatilità sarà tendenzialmente più alta dello scorso anno. Ma proprio per questo dobbiamo agire in maniera opportunistica sul mercato. La volatilità a febbraio è salita da quota 10 a quota 35 (cioè del +250%). A quel punto ci è parso opportuno girare la posizione, ma soltanto con un’ottica di breve, appunto, 16 marzo”.

Nell’ambito delle valute, prima avete azzerato tutte le posizioni in attesa di nuove opportunità e, successivamente, a fine mese avete riaperto una posizione lunga (rialzista) del 7% circa sul dollaro USA: pensate quindi che il biglietto verde abbia potenzialità a rafforzarsi sull’euro? E fino a dove potrebbe spingersi il fixing eur/USD?

“Riteniamo che il cambio euro dollaro americano non stia invertendo il trend. Piuttosto che si stia consolidando tra 1,25 e 1,20, e dal momento che abbiamo in portafoglio obbligazioni in dollari usd che rendono oltre I 2% a due anni, abbiamo riaperto il cambio”.

Infine, dal momento che i bond sono stati parecchio sotto pressione, avete preferito proteggere la performance mantenendovi "molto conservativi su credito (obbligazioni societarie) e duration (scadenza media dei titoli in portafoglio che determina la sensibilità all’andamento dei tassi)": ci può spiegare per sommi capi la vostra attuale esposizione obbligazionaria?

“Continuiamo a sostenere che l’inflazione sarà considerata il toccasana da molti per cui la protezione di cui hanno goduto i creditori verrà meno: le obbligazioni saranno tendenzialmente meno sicure dello scorso decennio. Dunque non vogliamo assumerci rischi su molti bonds. D’altra parte se oggi acquisto il titolo tedesco a breve Schatz con un rendimento del -0.57% quante probabilità ho che vada a -1% e quante a +1%?”

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