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Riforma fiscale, azioni USA pronte a prendersi la “rivincita”

BlackRock ha aggiornato le prospettive sulle azioni USA grazie ai forti utili attesi e di conseguenza ha assunto un atteggiamento neutrale sui titoli europei.

21 Febbraio 2018 10:55
financialounge -  BlackRock inflazione mercati azionari momentum Richard Turnill

“Abbiamo migliorato la nostra visione tattica delle azioni USA da neutrale a overweight (sovrappesare). Il motivo? L'imminente stimolo fiscale che accresce inevitabilmente le aspettative di maggiori utili degli Stati Uniti” specifica Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, nel suo ultimo commento settimanale ai mercati. Di conseguenza, lo strategist ha declassato la propria opinione sulle azioni europee in posizione neutrale: secondo Richard Turnill il ritmo dei profitti in Europa è solido ma risulta in ritardo rispetto ad altre regioni.

D’altra parte l’upgrade di BlackRock su Wall Street si basa su una storia legata ai fondamentali e sostenuta da guadagni crescenti. Senza trascurare un aspetto tutt’altro che secondario: le valutazioni delle azioni USA appaiono leggermente più interessanti dopo la correzione di febbraio. E’ vero che la forza economica sta indebolendo i profitti aziendali, ma i tagli alle tasse degli Stati Uniti e i piani di spesa del governo hanno riacceso la tendenza al rialzo. La revisione al rialzo degli utili societari è diffusa in tutte le aree del mondo ma la forte accelerazione relativa agli Stati Uniti si posiziona adesso al livello più alto da quando sono iniziate le serie di dati e cioè dal 1988.

LA CRESCITA DEGLI UTILI
I profitti aziendali degli Stati Uniti hanno evidenziato un forte slancio già prima dei tagli e degli stimoli fiscali annunciati, grazie a un miglioramento generale dell’economia. Gli utili delle aziende dell’indice S&P 500 sono cresciute del 15% anno su anno nell'ultimo trimestre del 2017 mentre le vendite hanno mostrato il loro ritmo più accelerato dal terzo trimestre del 2011.

“E’ vero che le compagnie tendono a fornire previsioni prudenti dal momento che i titoli che hanno deluso le aspettative di utile e vendite sono stati puniti in modo sproporzionato negli ultimi trimestri. Ma è anche vero che le stime degli utili degli Stati Uniti sono aumentate più di 7 punti percentuali portandosi al 19% per il 2018, in quanto gli analisti hanno preso in considerazione l'orientamento aziendale e i benefici dello stimolo” precisa Richard Turnill che pur ammettendo che le azioni USA abbiano già recuperato gran parte delle loro perdite di inizio febbraio, ritiene che i prossimi effetti positivi delle nuove imposte negli Stati Uniti e i piani di spesa siano ancora sottovalutati dai mercati.

“Le valutazioni sono certamente ancora al top della gamma storica e di conseguenza vediamo poco spazio di espansione per i multipli azionari sia negli Stati Uniti che nella maggior parte delle altre regioni. Tuttavia, sebbene siamo al nono anno di un'espansione economica insolitamente lunga, riteniamo che il ciclo abbia spazio per crescere in parallelo a un aumento graduale dei tassi e a un'inflazione leggermente più alta in anticipo rispetto alle previsioni” puntualizza Richard Turnill.

PIÙ UTILI E DIVIDENDI
Per lo strategist, alcune aziende dovrebbero scegliere di spendere i propri risparmi fiscali per indirizzarli o per riacquisti di azioni (buy back) o per incrementare i dividendi. Altre compagnie propenderanno per maggiori spese in conto capitale e altre ancora continueranno ad usare le maggiori disponibilità di cassa per operazioni di M&A (acquisizioni e fusioni). I rischi? Un’accelerazione delle pressioni inflazionistiche potrebbe minacciare i margini mentre l'aumento dei tassi reali (al netto cioè dell’inflazione) potrebbe portare a multipli di Borsa più bassi.

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“Tuttavia, nonostante questi rischi, manteniamo complessivamente un’alta convinzione sulle azioni. Vediamo nel futuro solidi rendimenti azionari europei, ma attese di utili più basse per i prossimi trimestri rispetto alle altre regioni limitano il potenziale delle azioni europee nel breve periodo. I mercati emergenti restano un segmento favorito mentre negli Stati Uniti ci piacciono le strategie momentum (legate ai titoli più acquistati dagli investitori), i fattori di qualità (value factors), le società finanziarie e quelle tecnologiche” conclude Richard Turnill.
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