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Titoli di Stato, meglio non esagerare con i periferici della zona euro

Nel primo mese del 2018, nonostante un andamento generale negativo per i titoli di Stato, gli italiani e spagnoli hanno fatto bene: ecco perché non vanno sovrappesati.

1 Febbraio 2018 09:55
financialounge -  BTP italia spagna tassi di interesse titoli di stato

L’ottima partenza delle borse a gennaio ha fatto passare in secondo piano le difficoltà riscontrare dagli investitori nell’ambito dei titoli di Stato. Infatti, mentre l’indice generale dei fondi azionari segna un +4,4% da inizio anno, quello dei fondi obbligazionari governativi euro a medio lungo termine (relativo ai fondi che investono prevalentemente nei governativi della zona euro con scadenza media dei titoli in portafoglio tra 5 e 10 anni) è leggermente negativo da inizio 2018 (-0,02%).

È interessante notare, però, che mentre l’indice JPMorgan dei titoli di stato della Germania è in rosso da inizio anno (-1,18%), quello relativo ai titoli di stato dell’Italia (+0,33%) e della Spagna (+1,11%) sono in attivo. Merito delle cedole più generose che offrono i BTP e i bonos rispetto ai bund e che li rendono ‘relativamente’ più attraenti sui mercati internazionali rispetto ai governativi di Berlino.

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Basti pensare che l’ultima asta dei titoli di stato a 10 anni di Madrid per un importo da 10 miliardi di euro ha registrato richieste complessive per oltre 40 miliardi. Tuttavia, secondo Nicola Mai, Responsabile della ricerca sul credito sovrano in Europa di PIMCO, meglio non esagerare con i titoli di stato dei paesi periferici della zona euro.

“Il tema dell'ottimismo ciclico della zona euro contrapposto alla fragilità a medio termine - spiega Nicola Mai - ci spinge ad adottare un atteggiamento abbastanza neutrale sul debito dei paesi periferici in questo frangente. I rendimenti dei titoli di Stato italiani (BTP) sono molto meno interessanti rispetto agli ultimi anni, ma offrono ancora una discreta fonte di carry (cedole aggiuntive rispetto ai titoli di stato tedeschi, ndr) nell'odierno contesto di valutazioni elevate. Con spread di circa 77 punti base (+0,77%) rispetto ai Bund a 5 anni e di 133 punti base (+1,33%) su quelli decennali (al 31 gennaio 2018), i BTP esibiscono rendimenti generalmente in linea con gli indici delle obbligazioni societarie (come quelle rappresentate dall’indice l'iTraxx Main), che sono raffrontabili in termini di liquidità e qualità creditizia”.

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Lo stesso Mai aggiunge: “Il nostro ottimismo ciclico sulle prospettive per l'area euro suggerisce che potremmo assistere a un'ulteriore compressione degli spread (extra rendimenti rispetto ai bund tedeschi, ndr) italiani e spagnoli in futuro. D'altra parte, il nostro atteggiamento improntato alla cautela sul lungo termine ci dissuade dal sovrappesare nettamente questi attivi. Inoltre, l'incertezza a medio termine ci induce ad attribuire molto valore alla liquidità, lasciando le nostre esposizioni preferite ai titoli di Stato periferici concentrate su emittenti di maggiori dimensioni come l'Italia e la Spagna”.
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