debito emergente

Idee di investimento - Obbligazioni - 04 dicembre 2017

4 Dicembre 2017 09:19

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i trova adesso il valore nei mercati? Per fornire le risposte occorre partire da un punto: a prescindere dalla direzione dei tassi, l’interconnessione tra i mercati globali e l’onnipotente presenza delle banche centrali continueranno ad alimentare anomalie e di conseguenza a fornire opportunità. In generale i fattori che determinano queste anomalie sono sostanzialmente di tre tipi. In primis i sentimenti di timore e di avidità. In secondo luogo offerta e domanda, anche di operatori non economici come le banche centrali mentre in terzo luogo figura l’assenza di un orizzonte di investimento a lungo termine. A causa della combinazione di questi fattori, i prezzi possono discostarsi notevolmente dal valore corretto basato sui fondamentali, ma con il tempo essi tendono a riflettere l’inflazione, i fondamentali del credito e le condizioni di liquidità. Alla luce di queste considerazioni, nell’articolo “Strategie obbligazionarie, dove trovare valore adesso”, ecco tre esempi su dove trovare valore adesso in ambito obbligazionario :anomalie di mercato causate da dati macroeconomici, debito emergente e valute.

Nel segmento del debito emergente, tuttavia, occorre prestare molta attenzione alle differenze tra paese e paese, emittente e emittente e persino a livello di singola emissione. Infatti, come sottolineato nell’articolo “Debito emergente, occhio alla forte dispersione delle performance”, già nel 2017 si è potuto constatare che non tutto il debito emergente e le rispettive valute sono uguali: la dispersione delle performance è destinata ad ampliarsi. “Storicamente abbiamo assistito a divergenze significative della performance del debito emergente basate in valuta forte e in valuta locale a livello nazionale, e quest’anno non fa eccezione, considerato ad esempio il caso della Turchia in cui i bond in valuta locale sono calati del 6% circa, a fronte di un apprezzamento dei titoli in valuta forte di oltre l’8%” fa sapere Enzo Puntillo, Responsabile delle strategie obbligazionarie per i mercati emergenti di GAM, che comunque, pur mantenendo un atteggiamento di prudenza sul debito emergente, resta ottimista sul medio termine. “La forte riduzione dei deficit di bilancia commerciale porta a significativi benefici in termini di momentum, crescita e stabilizzazione, e crediamo che sia ragionevole aspettarsi che questi fattori continuino a supportare le performance nel prossimo futuro” specifica Enzo Puntillo.

Intanto, Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, nell’articolo “Obbligazioni: perché adesso piacciono i TIPS, i Treasury legati all’inflazione”, spiega le ragioni in base alle quali adesso privilegia i bond legati all’inflazione americana. “Riteniamo che la Fed aumenterà i tassi questo mese all’1,25-1,5%, proseguendo con aumenti costanti ma lenti nel 2018. L’economia degli Stati Uniti sta vivendo una crescita solida. Il tasso di disoccupazione dovrebbe portarsi al di sotto del 4%, livello così basso è stato raramente visto negli ultimi 50 anni. Ciò dovrebbe stimolare una maggiore crescita dei salari. Il tutto, mentre il Congresso sembra pronto a passare qualche forma di riforma fiscale nei prossimi mesi, dando una ulteriore spinta all’economia” specifica Richard Turnill, secondo il quale, l’insieme di questo scenario potrebbe rendere difficile per la Fed giustificare la sospensione di eventuali aumenti dei tassi, come le previsioni mediane del mercato ora implicano. “La nostra opinione sull’aumento dei tassi a breve termine negli Stati Uniti si adatta alle nostre aspettative di un moderato rialzo dei tassi a lungo termine, anche con la maggiore incertezza sui fattori che influenzano i rendimenti dei titoli, compresi elevati risparmi globali. Le nostre previsioni sull’inflazione sono una delle ragioni per cui ci piacciono nel reddito fisso le obbligazioni del Tesoro protette dall’inflazione (TIPS, Treasury inflation-protected securities )” conclude Richard Turnill.

Infine, in Europa, nonostante la riduzione del programma di acquisto di obbligazioni sul mercato a 30 miliardi di euro al mese, l’azione della Banca centrale europea continuerà a farsi sentire in maniera molto decisa: “Questo perché i reinvestimenti dei titoli che man mano andranno a scadenza compenseranno in parte la riduzione degli acquisti” precisa, nell’articolo “Mercati obbligazionari, focus sull’investment grade europeo”, Andrea Iannelli, Investment director obbligazionario di Fidelity. Quindi la politica accomodante della BCE, unita a un contesto macroeconomico favorevole e alla ricerca di rendimento, tenderà a favorire le obbligazioni investment grade europee, che riscuotono il favore degli analisti di Fidelity. E il sostegno della BCE fornisce una garanzia anche su eventuali rischi politici che potrebbero interessare l’area euro. Non a caso, date le condizioni politiche ed economiche, i titoli italiani – tra quelli periferici – rappresentano per Fidelity un buon compromesso per ottenere rendimento, anche grazie all’elevata liquidità che offrono.

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