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Strategie obbligazionarie, dove trovare valore adesso

Anomalie di mercato causate da dati macroeconomici, debito emergente e valute sono tre esempi su dove trovare valore adesso in ambito obbligazionario.

27 Novembre 2017 10:37
financialounge -  brasile dollaro indonesia Legg Mason mercati emergenti messico sudafrica

L’articolo “Portafogli obbligazionari, un nuovo approccio tra benchmark e strategie alternative” si è concluso lasciando in sospeso l’interrogativo principe per tutti gli investitori, in particolare quelli inclini ai mercati obbligazionari: dove si trova adesso il valore nei mercati?

Per fornire le risposte occorre partire da un punto: a prescindere dalla direzione dei tassi, l’interconnessione tra i mercati globali e l’onnipotente presenza delle banche centrali continueranno ad alimentare anomalie e di conseguenza a fornire opportunità.

In generale i fattori che determinano queste anomalie sono sostanzialmente di tre tipi. In primis i sentimenti di timore e di avidità. In secondo luogo offerta e domanda, anche di operatori non economici come le banche centrali mentre in terzo luogo figura l’assenza di un orizzonte di investimento a lungo termine. A causa della combinazione di questi fattori, i prezzi possono discostarsi notevolmente dal valore corretto basato sui fondamentali, ma con il tempo essi tendono a riflettere l’inflazione, i fondamentali del credito e le condizioni di liquidità. Oltre a queste anomalie, emergono anche opportunità di tipo macro economico quando cambiano le prospettive su crescita, inflazione e condizioni di liquidità.

Tali opportunità sono influenzate da fattori di lungo termine come l’indebitamento, le evoluzioni demografiche e tecnologiche. Per esempio, ipotizzando che l’evoluzione dei tassi di interesse corrisponda all’evoluzione dell’inflazione, si potrebbe essere indotti a pensare che i mercati emergenti in rapida espansione abbiano un ritmo di inflazione superiore rispetto a quello tradizionalmente lento dei mercati sviluppati.

In pratica, però, negli ultimi 10 anni i tassi di inflazione dei mercati emergenti e dei mercati sviluppati hanno sviluppato una dinamica convergente. Ecco quindi un altro segmento di mercato dove si può trovare il valore. I rendimenti reali (cioè al netto dell’inflazione) offerti da mercati emergenti come Brasile, Sudafrica, Indonesia e Messico sono interessanti ai livelli attuali, dato il calo dell’inflazione in questi paesi. Ciò è in forte contrasto con i sostenitori del Regno Unito e della Germania nei mercati sviluppati europei, i cui rendimenti reali sono negativi dato che i tassi rimangono ai minimi storici.

Il mercato più vasto e più importante (i titoli di Stato USA) sulla base di questa analisi appare correttamente valutato e, di conseguenza, il focus si sposta sul valore del dollaro statunitense. Un argomento valido potrebbe essere che il biglietto verde sia sopravvalutato, misurato in base alla parità del potere di acquisto (PPA), e certamente il Presidente Trump vorrebbe vederlo diminuire (anche per potenziare la competitività delle merci americane nel mondo).

In conclusione, si può affermare che sul mercato obbligazionario si moltiplicano le domande: cosa si intende per normalizzazione dei mercati? Come terminerà il grande esperimento del QE e a quali correzioni e turbolenze assisteremmo in futuro? E in che modo le mutazioni geopolitiche influenzeranno i rendimenti e le aspettative? Come sempre nel mondo degli investimenti, porre le domande è molto più facile che trovare le risposte. La buona notizia è che il nostro settore si è evoluto e ha sviluppato una gamma di strategie, strumenti e approcci che possono essere messi in atto per muoversi in un mondo sempre più complesso. Proprio questa complessità dovrebbe allontanare un numero crescente di investitori dai benchmark, soprattutto (ma non solo) quelli mal strutturati, in modo che possano approfittare della flessibilità e dei maggiori potenziali di rendimento e diversificazione offerti da un approccio più svincolato o anche di rendimento assoluto.
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