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Idee di investimento – Azioni – 09 ottobre 2017

9 Ottobre 2017 10:52
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“I rendimenti obbligazionari strutturalmente inferiori sostengono la nostra visione positiva sugli azionari e sulle altre attività a rischio: privilegiamo inoltre i titoli azionari alle obbligazioni societarie (credito)” spiega, nell’articolo “Mercati, le implicazioni derivanti dalle politiche divergenti tra Fed e BCE”, Richard Turnill BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, secondo il quale le valutazioni relativamente attraenti, le condizioni monetarie in corso e le valute più deboli rispetto al dollaro americano dovrebbero sostenere sia l’azionario della zona euro sia quello giapponese. Il manager, inoltre, apprezza anche i titoli dei mercati emergenti sulla scia della dinamica positiva delle riforme economiche, del miglioramento dei flussi di cassa e di valutazioni ragionevoli.

“Se consideriamo il rapporto tra prezzo dei titoli e utili (p/e), gli emergenti scambiano al 22% di sconto rispetto ai paesi sviluppati, al di sotto del livello medio di sconto degli ultimi 10 anni. Se a questo aggiungiamo che la crescita degli utili previsti al +15% nei mercati emergenti si attesta al livello più alto su scala globale, si conclude facilmente che le valutazioni dei mercati emergenti raramente sono state significativamente più economiche”, precisa, nell’articolo “Mercati emergenti, il concetto di nuova geografia degli investimenti”, Natasha Braginsky Mounier, Direttore investimenti di Capital Group, che non manca di sottolineare un altro aspetto tutt’altro che secondario: le valute dei paesi emergenti sono ben supportate da alti rendimenti reali delle obbligazioni rispetto ai paesi sviluppati.

Più in generale, secondo gli esperti di Macro Corner di Dorval Asset Management, affiliata di Natixis Global Asset Management, se l’attuale equilibrio dovesse proseguire sulla base del binomio corrente crescita/tassi d’interesse, i mercati azionari dovrebbero salire più o meno allo stesso ritmo degli utili. Un aspetto non secondario visto che la crescita a due cifre degli utili per azione (eps) prosegue (sebbene abbia registrato una lieve frenata sui mercati avanzati, dal +14% al +12% su base annua, fra il primo e il secondo trimestre di quest’anno). “Per quanto riguarda infine l’asimmetria del rischio che si è manifestata quest'estate in Europa con l’impatto del rialzo dell’euro sulle piazze azionarie, dovrebbe essere destinata a rientrare. La correlazione fra tasso di cambio e azioni europee è però notoriamente instabile e, dal momento, che il rialzo dell’euro è in buona parte dovuto alla solida crescita europea, tale correlazione dovrebbe diminuire” concludono nell’articolo “Perché i mercati azionari non sono troppo cari” i professionisti di Dorval AM.

E che soltanto un incremento degli utili possa giustificare ulteriori rialzi dei mercati azionari che mostrano un rapporto prezzo/utili superiore ai picchi del 2000 e del 2007 ne sono convinti pure Dirk Hoffmann-Becking, Executive Director, Bruno Paulson, Managing Director e William Lock, Head of International Equity Team di Morgan Stanley IM. “In questo mercato costoso e volatile continuiamo a concentrarci su un apprezzamento sostenibile del capitale nel lungo termine, facendo affidamento su una crescita costante degli utili e una protezione dai ribassi nel medio periodo. Nel frattempo la volatilità dei prezzi a breve termine potrebbe offrirci possibili opportunità nel lungo periodo” commentano nell’articolo “Mercati azionari, valutazioni che poggiano solo sulle prospettive sugli utili” i tre manager.

Crescita degli utili che possono fare la differenza tra un settore e un altro e, all’interno di un singolo settore, tra un’area geografica ed un ‘altra. “Abbiamo un’opinione costruttiva sui titoli finanziari del Vecchio Continente rispetto agli omologhi USA. L’economia europea nel complesso è in fase di miglioramento, e tale ripresa si sta consolidando anche tra i peripherals come Irlanda, Spagna e Italia” specifica, nell’articolo “Settore finanziario, quello europeo ora è meglio di quello USA”, Davide Marchesin, gestore del team azionario non direzionale di GAM che rivela di essere positivo sul settore bancario le cui valutazioni vengono giudicate attrattive, soprattutto in Europa: al contrario, il segmento assicurativo sta vivendo una fase di rallentamento della crescita dei profitti e presenta valutazioni piuttosto corrette.

Intanto l’innovazione tecnologica fa sentire i propri effetti in molti settori costringendo aziende e investitori ad assumere scelte difficili. Per esempio, il mondo della nuova mobilità (NMW), sta già rivoluzionando il futuro dell’industria automobilistica con implicazioni anche per le scelte di investimento. “L'ecosistema della mobilità avrà una portata molto più ampia che in passato: sono decenni che l'industria automobilistica non si trova ad affrontare una gamma così ampia di sfide e opportunità” sottolinea, nell’articolo “Futuro dell’auto, vincitori e vinti in una ampia gamma di sfide e opportunità”, Sreejith Banerji, Thematic Investing Boutique di Vontobel Asset Management, per il quale pure gli investitori avranno il loro bel da fare nel saper effettuare le scelte giuste per ricavarne ricompense potenzialmente elevate.

Un altro megatrend è quello relativo all’intelligenza artificiale, una tecnologia pervasiva, che sarà la fortuna di alcune società e la rovina di altre. “A nostro parere saranno le aziende di software digitali a beneficiare maggiormente dell’era dell’intelligenza artificiale, in quanto possono incrementare i ricavi ricorrenti sia tramite gli abbonamenti sia grazie ai nuovi prodotti. Una tendenza in contrasto con le società di semiconduttori, che per lo più trarranno vantaggio da un ciclo di acquisti straordinario” puntualizzano, nell’articolo “Abbracciare la rivoluzione robotica per mantenere una posizione di vantaggio”, i professionisti di Pictet Asset management, per i quali uno dei modi più diretti per accedere agli investimenti nel campo dell’intelligenza artificiale è individuare gli specialisti del settore tecnologico con i migliori prodotti hardware e software: perché solo abbracciando la rivoluzione robotica sarà possibile mantenere una posizione di vantaggio.
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