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Idee di investimento – Obbligazioni – 04 settembre 2017

4 Settembre 2017 09:41

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ipotetico scenario di una guerra commerciale scatenata a causa della Corea del Nord scaturirebbe dalla frustrazione degli USA per la mancanza di interventi da parte della Cina, tale da spingere il Presidente Trump a imporre un dazio del 40% sulle importazioni cinese nel quarto trimestre di quest’anno. La Cina risponderebbe con un dazio equivalente, provocando l’interruzione di una delle vie commerciali principali per l’economia mondiale” argomenta, nell’articolo “Economia globale, perché aumenta il pericolo di stagflazione”, Keith Wade, Chief Economist and Strategist di Schroders, prefigurando, in tale scenario, un rallentamento della crescita e un incremento dell’inflazione. A cascata, l’Europa nel secondo trimestre dell’anno prossimo potrebbe introdurre un dazio sui beni cinesi, per contrastare i tentativi della Cina di riallocare la produzione in eccesso, e Pechino farebbe altrettanto svalutando inoltre il renminbi per compensare alcuni effetti sulla competitività. “Il risultato netto sarebbe la stagflazione, con un rallentamento dell’economia mondiale al 2,4% nel 2018 (rispetto al 3% del nostro scenario base). L’inflazione salirebbe al 2,8% l’anno prossimo, lo 0,6% in più del previsto, e l’accelerazione sarebbe intensificata dall’aumento di breve termine dei prezzi del petrolio, dovuto a un aumento delle scorte per via dei timori di carenza di greggio. Ciò andrebbe poi scemando, di pari passo all’indebolimento della crescita globale” conclude Keith Wade.

Intanto il 19° Congresso del Partito Comunista Cinese di inizio novembre dovrebbe gettare le basi per la crescita economica del colosso asiatico per i prossimi 10 anni che si prospetta stabile per i prossimi trimestri. “Alla base della nostra decisione di una posizione di sovrappeso sui mercati emergenti figura, almeno in parte, la stabilità economica e politica relativa e l’approccio sistematico di lungo periodo di Pechino che, in un contesto caratterizzato da un momentum ciclico solido, avrà un appuntamento di assoluto rilievo all’inizio di novembre in occasione del 19° Congresso del Partito” puntualizza, nell’articolo “Mercati emergenti, un sovrappeso in portafoglio grazie alla stabilità cinese”, Dufossé, Head of Asset Allocation di Candriam Investors Group, ricordando che, il congresso dovrebbe svolgersi in un contesto economico favorevole mentre l’indice Li Keqiang sintetizza ottimamente la robusta attività, evidenziando la crescita in termini di finanziamenti totali, produzione di energia elettrica e traffico merci. “In virtù del calo del dollaro rispetto al renminbi cinese, le riserve valutarie di Pechino in valuta estera, hanno frenato la contrazione mentre i prezzi dei metalli industriali, come minerale di ferro e rame, hanno iniziato a risalire” conclude Nadège Dufossé.

In ambito obbligazionario, gli investitori alla ricerca di rendimento continuano a guardare con attenzione al segmento high yield USD nonostante la performance deludente da inizio anno. Ma per Ronald Jin, Credit Analyst, e John M. Devir, Gestore di PIMCO, adesso è necessaria la massima cautela e, soprattutto, un’attenta selezione. “PIMCO mantiene una posizione di sottopeso per i crediti legati all’energia, in particolare relativamente alle compagnie di servizi petroliferi, trivellatori e E&P (esplorazione e produzione) ad alto rischio che necessitano di prezzi significativamente maggiori delle materie prime per avere flussi di cassa positivi” fanno sapere, nell’articolo “High yield USA, adesso occorre cautela e selezione”, i due manager, secondo i quali i guadagni del secondo trimestre realizzati dalle compagnie energetiche USA supportano il loro sottopeso ai crediti energetici in generale con la convinzione che il greggio di Brent oscillerà nel range tra i 45 e i 55 dollari al barile (bbl) nel breve e medio termine. “Tuttavia, sulla base della nostra rigorosa analisi di stress test proprietaria, stiamo trovando opportunità di investimento in selezionate Master Limited Partnership (MLP) e le società di E&P (esplorazione e produzione) di qualità superiore, che risultano meglio isolati nel resistere ad un ambiente in cui i prezzi del petrolio greggio restano su livelli limitati. In particolare, favoriamo le compagnie di E&P con produzioni a basso costo, solidi bilanci e accesso alla liquidità“ concludono Ronald Jin e John M. Devir.

Restando in tema di high yield è infine interessante segnalare una strategia di portafoglio che si sta rivelando utile come parcheggio della liquidità in questo complesso contesto di tassi ai minimi storici. Il metodo, come argomentato nell’articolo “Liquidità, gli strumenti giusti per non rimetterci denaro”, consiste nel puntare sulle obbligazioni societarie investment grade a breve termine. Un esempio pratico è rappresentato dalla strategia Pictet-EUR Short Term Corporate Bonds il cui rendimento si attesta allo 0,25% con una duration (scadenza media dei titoli in portafoglio) di 1,85 anni. “La strategia del fondo mira a offrire un profilo di rischio stabile con drawdown (perdite massime del valore della quota) limitati. Gli investitori beneficiano del nostro approccio difensivo caratterizzato da una gestione rigorosa della duration. Investiamo in obbligazioni con un alto grado di liquidità del segmento investment grade, principalmente con scadenze comprese tra uno e quattro anni. Il debito con scadenze tra quattro e sei anni non rappresenta più del 10% del portafoglio e, a differenza di alcuni nostri concorrenti, non investiamo in scadenze superiori ai sei anni” fanno sapere i gestori del comparto Pictet-EUR Short Term Corporate Bonds che possono comunque investire fino al 15% in titoli con rating BB, in modo da incrementare la diversificazione e il rendimento. “Dal lancio del fondo nel novembre 2013, abbiamo affrontato numerosi eventi rischiosi, tra cui la crisi del debito greco a metà 2014, i timori di un hard landing in Cina, la correzione delle materie prime nel 2015 e agli inizi del 2016, nonché la Brexit. Tuttavia, il nostro approccio rigoroso ha consentito al fondo di generare una performance annua costante dell’1,9% con una volatilità dello 0,6%” concludono da Pictet AM.

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