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Idee di investimento – Obbligazioni – 21 agosto 2017

21 Agosto 2017 09:55
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“Le obbligazioni in dollari di buona qualità che scadono nei prossimi due anni rendono il 2,5% in più di quelle in euro e questo è importante poiché la copertura valutaria costa circa il 2,5% all’anno. Per questi motivi siamo ancora compratori di dollari, ovviamente fatte salve nuove indicazioni di politica monetaria o un nuovo set di dati economici” fa sapere, nell’articolo “Mercati, ora tutti guardano a come si muoverà il dollaro”, Edoardo Ugolini, Portfolio Manager gestore del fondo Zest Absolute Return Var 4 di Zest AM che, in attesa di essere ricompensato dal mercato per questa sua scelta a favore della divisa di Washington, rivela un approccio molto attento all’evoluzione del biglietto verde: “Probabilmente il mese di agosto sarà il ‘mese volatile’, come lo è stato negli ultimi anni, ma contrariamente al sentiment generale di mercato, pensiamo a indici di borsa più alti e non al ‘consueto crollo agostano’. Tuttavia, per monitorare questo, teniamo gli occhi puntati sul dollaro” precisa Edoardo Ugolini.

Intanto, i flussi mensili di luglio sui prodotti specializzati sulle obbligazioni societarie investment grade (IG) hanno trainato la raccolta mensile degli ETP (l’aggregato di ETF, ETN e ETC) a reddito fisso. Infatti, grazie ai 4,8 miliardi di dollari affluiti sugli ETP corporate bond iG, il totale accumulato dagli ETP a vocazione obbligazionaria si è spinto fino a 13,7 miliardi di euro nel mese d luglio: il saldo degli ETP obbligazionari societari investment grade da inizio anno è arrivato a 35,4 miliardi superando il record annuale fissato nel 2016. Da notare, come specificato nell’articolo “ETP, obbligazioni societarie investment grade al top delle preferenze”, che la raccolta di questa tipologia di ETP da inizio anno gli ETP è pari al 35% circa del totale dei 105,5 miliardi che sono confluiti in tutti i ETP a reddito fisso.

Restando in tema di obbligazioni societarie, secondo Jasper Sagoo, Executive Director EMD Portfolio Manager di Goldman Sachs Asset Management (GSAM) e Angus Bell, Executive Director EMD Portfolio Manager di GSAM, gli investitori dovrebbero considerare il debito aziendale emergente come una estensione alle allocazioni di credito aziendali esistenti o come complemento dell’esposizione sovrana emergente. I due manager ritengono che il miglioramento dei fondamentali aziendali dovuto al comportamento prudente degli ultimi anni e del valore relativo rispetto al debito aziendale del mercato sviluppato costituiscano fattori aggiuntivi a supporto di un’allocazione alla classe di asset. “A nostro avviso, il debito aziendale emergente merita un posto da protagonista nelle scelte d’investimento. I manager effettivamente attivi possono predisporre una ricetta per una generazione di alpha (extra rendimento rispetto ai rendimenti dei titoli di stato dei paesi core sviluppati) combinando opportunamente gli ingredienti di investimento quali la potenzialità della crescita, i rendimenti elevati e la diversificazione, con la loro capacità di combinare analisi dettagliate sui singoli titoli (bottom up) con approfondimenti macro (top down)” puntualizzano nell’articolo “Corporate bond emergenti, un posto da protagonista nelle scelte d’investimento” Jasper Sagoo e Angus Bell.

Infine, una riflessione sui green bond, vale a dire le emissioni di debito finalizzate al finanziamento di progetti ecologici, ambientali e in generale di sostenibilità. Si tratta di obbligazioni sempre più popolari tra gli investitori che li vedono non solo come uno strumento interessante per le caratteristiche di rendimento e affidabilità dell’emittente, ma anche per la finalità generale di puntare all’obiettivo di una crescita economica sostenibile, condiviso dalla comunità internazionale. Come spiegato nell’articolo “Le ambizioni dei green bond”, il mercato è in costante crescita con un bacino potenziale immenso ma per dare la spinta decisiva potrebbe contribuire l’assegnazione di un rating specifico. Secondo le stime di S&P gli asset gestiti con strategie SI (sustainable investment) tra il 2012 e il 2014 sono aumentati a livello globale a 21.400 miliardi di dollari da 13.300 miliardi, un incremento di oltre il 60%. Una ulteriore accelerazione può venire da una definizione più precisa e soprattutto più universalmente accettata di cosa significa ‘finanza verde’ con la certificazione della corrispondenza delle emissioni alle finalità con criteri assegnati da parte di soggetti terzi. Oggi il voto, che va dalla tripla A alla D, viene assegnato in base alla solvibilità e solidità dell’emittente. Arriveremo alla tripla G per i green bond? A guadagnarci sarebbero sia gli emittenti che i sottoscrittori.
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