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Idee di investimento – Obbligazioni – 07 agosto 2017

7 Agosto 2017 09:54
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“Dal momento che l’attuale situazione non è tenuta nel dovuto conto né dal mercato e neppure dall’industria dell’asset management, siamo convinti che si potrà delineare una delle migliori opportunità di mercato mai viste nell’arco della nostra storia, eguagliando forse alcuni degli entry point sperimentati nel 2008/2009” spiega, nell’articolo “Mercato obbligazionario, presto una delle migliori opportunità di mercato mai viste”, Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit di Hedge Invest SGR. Il riferimento del manager è al fatto che ci stiamo avvicinando in rapida successione alla fine del rally del fixed income che dura da ormai 30 anni: uno scenario nel quale la volatilità subirà un’impennata con una significativa caduta delle quotazioni dei mercati obbligazionari e di tutte le attività finanziarie legate ad esso, in particolare le obbligazioni societarie investment grade e dei mercati emergenti.

Intanto, però, dovrebbe proseguire un fenomeno che funge da supporto alle quotazioni delle obbligazioni societarie: la crescita della digital economy che richiede meno investimenti e costi operativi consentendo alle società di accumulare ingenti risorse da destinare ai corporate bond. “Oltre ai tassi di interesse ridotti, vi sono motivazioni di rilievo che inducono le aziende ad evitare di detenere liquidità” fanno sapere, nell’articolo “Obbligazioni societarie, gli ingenti flussi di acquisto frutto della digitalizzazione”, Mondher Bettaieb Loriot, Christian Hantel e Jamil Bouallai di Vontobel Asset Management che poi spiegano: “Durante la crisi finanziaria, i responsabili della tesoreria delle aziende hanno appreso a caro prezzo un’importante lezione: molte banche sono giunte sull’orlo del collasso e la liquidità delle aziende stava per scomparire in un enorme buco nero. Il denaro depositato in banca figura nello stato patrimoniale di quest’ultima, ma i titoli no. Con questa consapevolezza le società hanno iniziato a investire liquidità in obbligazioni, per cautelarsi”. Secondo i tre manager i responsabili della tesoreria non hanno che una soluzione per evitare depositi infruttiferi: le obbligazioni societarie.

Guardando più nello specifico al debito societario, Maya Bhandari, gestore di portafoglio Multi-asset di Columbia Threadneedle Investments sottolinea come la situazione in Europa sia diversa da quella degli Stati Uniti. Nella regione, spiega la manager nell’articolo “Obbligazioni societarie, ecco le differenze tra Europa e Stati Uniti”, la leva si è stabilizzata, con un accumulo meno marcato rispetto agli USA, e quest’anno, secondo la sua analisi, dovrebbe calare. Inoltre, la copertura degli oneri finanziari delle società investment grade europee dovrebbe aumentare sia nell’anno in corso che nel prossimo. Tuttavia, l’investment grade è una classe di attività talmente globale che è difficile separare l’Europa dal resto del mondo. Relativamente all’alto rendimento, invece, Maya Bhandari ha deciso di ridurre la propria esposizione al credito high yield europeo, ritenendo tale approccio prudente in termini di profilo di rischio/rendimento.

In ogni caso, è probabile che i tassi di default delle obbligazioni high yield negli USA possano proseguire nel loro trend al ribasso nei prossimi trimestri sebbene ad un ritmo più blando rispetto a quello osservato in questi primi mesi del 2017. Ne sono convinti gli esperti di Amundi secondo i quali tale scenario sembrerebbe essere in linea non solo con le indicazioni dei fattori top down (macro economici), ma anche con i fattori bottom-up (relativi allo stato di salute delle singole aziende) e con quelli del mercato. Per i professionisti di Amundi, come argomentano nell’articolo “Obbligazioni high yield USA, tasso di default atteso al 3% a dicembre”, fatta eccezione per le materie prime, il settore della distribuzione sembra evidenziare alcuni segnali di stress, anche se il mese scorso sono stati registrati solo alcuni casi di default.

A questo proposito, potrebbe risultare efficace un approccio selettivo ai metalli industriali e al debito delle società minerarie, con una inclinazione agli high yield di qualità superiore. Lo sostiene, nell’articolo “Settore dei metalli industriali, alla ricerca del valore ancora nascosto”, Richard Turnill, Global Chief Investment Strategist di BlackRock. Lo strategist, infatti, intravede dal lato della domanda, una sostenuta espansione economica globale e una domanda relativamente sana dalla Cina che, insieme, forniscono un valido sostegno alle quotazioni. “Il nostro caso base prevede che la crescita della domanda cinese debba rallentare solo gradualmente a mano a mano che il paese riequilibra la sua economia verso maggiori consumi interni” spiega Richard Turnill secondo il quale i possibili rischi sono da ricercarsi nel riaffiorare delle fusioni di valore distruttive che hanno coinvolto per molti degli ultimi anni il settore, e nel riacutizzarsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. In tutti i casi, secondo Richard Turnill, i prezzi dei metalli, e di molti asset ad essi correlati, sembrano già incorporare il contesto favorevole al settore. “Alla luce di questa convinzione, sosteniamo una posizione neutrale nel settore dei metalli e delle azioni minerarie in generale. Vediamo opportunità nelle aziende del mercato emergente e nelle imprese globali con un forte flusso di cassa e un potenziale di crescita del dividendo. Favoriamo un approccio selettivo ai metalli e al debito delle società minerarie, con una preferenza le obbligazioni high yield di qualità superiore” conclude Richard Turnill.
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