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Azionario Asia, perché privilegiare Giappone, Corea del Sud e Hong Kong

Cresce l’interesse verso l’azionario dell’Asia ma i più elevati standard dei mercati rendono ancora più attraenti i listini di Giappone, Corea del Sud e Hong Kong.

21 Luglio 2017 10:12
financialounge -  Asia Christian Schmitt Corea del Sud Ethenea giappone Hong Kong

L’Asia viene considerato il motore pulsante dell’economia. Di quella attuale e, soprattutto, di quella dei prossimi decenni. Anche per questo il suo peso nei portafogli tende a crescere. Ma, a differenza di altre aree geografiche quali l’Europa (e, più in particolare l’area euro) e gli Stati Uniti, le piazze finanziarie asiatiche mostrano dinamiche e andamenti molto divergenti.

Basti pensare che da inizio anno al 14 luglio scorso l’MSCI Cina ha registrato un +29,3%, l’MSCI India il +18,7%, l’MSCI Corea del Sud il +24,2% mentre l’MSCI Malesia non è andato oltre il +6,8% e l’MSCI Tailandia il +4,1%. Tuttavia, le performance sono solo un aspetto da verificare. Un altro è quello delle norme e delle regole (improntate sui più elevati standing occidentali) che consentono agli investitori di muoversi in una cornice di assoluta trasparenza. Tiene a sottolinearlo Christian Schmitt, Portfolio Manager di Ethenea.

“Circa il 12,5% del fondo ETHNA-DYNAMISCH (pari a poco più del 20% della quota di azioni in portafoglio) è investito in Asia. Tuttavia, è importante capire che anche in Asia investiamo esclusivamente nei mercati dell'OCSE. Le nostre posizioni attuali sono limitate ai nomi quotati in Giappone, Corea del Sud e Hong Kong, dove i mercati dei capitali sono ben istituiti da molti molti decenni. Dopo gli Stati Uniti, il mercato azionario giapponese, per esempio, ha il secondo più alto numero di società quotate”.

D’altra parte, come fa notare il manager, le economie orientali-asiatiche detengono un'ampia gamma di opportunità di investimento. Molti dei leader mondiali nell'elettronica, nell’ingegneria automobilistica, nell’ingegneria meccanica, nei beni di consumo, nei prodotti chimici e nell’information tecnology sono asiatici.

“Abbiamo aumentato progressivamente la percentuale di titoli asiatici nel portafoglio del fondo negli ultimi mesi perché abbiamo trovato molte società con valutazioni più attraenti rispetto ai competitor di settore negli Stati Uniti o in Europa” conclude Christian Schmitt.
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