Perché i millennials voltano le spalle a New York e a San Francisco

Le prime tre città per i millennials statunitensi (i nati tra i primi anni '80 e i primi anni 2000) sono Salt Lake City, Miami e Orlando. A rivelarlo è il sito web immobiliare Realtor.com. Le altre città in graduatoria sono quelle di Seattle, Houston, Los Angeles, Buffalo, New YorK, Albany, San Francisco e San Jose, in California. Le città sono stati classificati in base alle pagine visitate dai millennials di ciascuna area rispetto alla media nazionale, e riflettono fattori importanti per i millennials , come ad esempio la disponibilità di posti di lavoro e l'accessibilità.

Naturalmente, alcune città risultano più forti in una categoria o in un altra. San Francisco, per esempio, può essere costosa, soprattutto per gli immobili, mentre Albany e Buffalo costano meno. Nelle prime tre città prevale un’economia in crescita e, a cascata, interessanti le opportunità di lavoro per i millennials. Da segnalare che in queste città, la quota media dei millennials, è pari a circa il 14%, rispetto alla quota media della popolazione millennials statunitense che si attesta al 13%.

I millennials a Salt Lake City, costituiscono il 15,8% della popolazione della città, seguita da Seattle (15,2%), Los Angeles e San Francisco (entrambe al 15%). Uno degli aspetti che mette di più in competizione le città per attrarre i millennials è l'edilizia abitativa mentre l’altrò è rappresentato dalle opportunità di lavoro. I millennials per vivere per conto proprio non possono spendere la metà del loro reddito (o quasi tale importo) per l'affitto come farebbero a Los Angeles, dove sarebbero obbligati a pagare ben oltre il 40% del loro reddito per l'affitto contro il 34% della media nazionale (secondo il sito web immobiliare Trulia).

Per chi cerca soprattutto lavoro, invece, si possono prendere in considerazione città quali Austin, Denver, Nashville, Seattle, Atlanta, Minneapolis; Lincoln: città nelle quali è peraltro relativamente elevata la percentuale di millennials.