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Bank Lending Survey

Eurozona, credito aziendale ancora in ritardo rispetto al credito al consumo

La BLS (Bank Lending Survey) condotta dalla BCE a marzo mostra che il credito aziendale nella zona euro è in ritardo rispetto ai mutui e al credito al consumo.

12 Maggio 2017 09:28
financialounge -  Bank Lending Survey BCE credito al consumo credito d'impresa Eurozona mercato del credito

L'indagine sui prestiti bancari nel rimo trimestre di quest’anno a cura della BCE (la Bank Lending Survey – BLS, condotta dal 16 al 31 marzo) mostra un ulteriore miglioramento sia della erogazione che della domanda di credito bancario, ma con il credito aziendale in ritardo rispetto ai mutui e al credito al consumo.

Per il trimestre in corso, gli istituti si aspettano che il trend in miglioramento della domanda di credito possa continuare, con un ritmo leggermente accelerato per i prestiti aziendali e alcuni decelerazione per quanto riguarda mutui e prestiti al consumo.

Le banche hanno alleggerito i propri standard sul credito (facilitando l’offerta di prestiti) nel primo trimestre per le imprese con alcune varianti a livello nazionale. Tra gennaio e marzo, gli istituti olandesi, per esempio, hanno frenato le erogazioni dei prestiti, mentre, sia in Germania che in Italia, le banche hanno mostrato una maggiore propensione ad erogare credito aziendale: in Francia (nonostante l’incertezza per l’esito delle elezioni presidenziali) i criteri di fornitura dei prestiti sono risultati invariati mentre in Spagna si è registrato un irrigidimento delle condizioni.

Da segnalare che le banche della zona euro hanno ammesso che gli attuali standard globali adottati per l’erogazione di credito sono ancora molto più rigorosi rispetto alla media a lungo termine dal 2003. Sempre le banche, hanno riferito che il programma di QE della BCE ha un impatto positivo sulla loro liquidità e per le condizioni di finanziamento (con un impatto positivo sulla concessione di prestiti alle imprese), ma, al contempo, accusano un impatto negativo sui loro margini di interesse netti: il tasso negativo della BCE sui depositi spinge infatti le banche a impiegare la liquidità nei prestiti ma mette pressione sui redditi da interessi netti.

Per quanto riguarda i potenziali impatti di questa dinamica sulle azioni e sulle obbligazioni societarie, risulta piuttosto evidente come tale trend possa costituire un ampio sostegno al recupero dei profitti delle banche della zona euro: la crescita della domanda di prestiti aziendali risulta infatti un ottimo indicatore dei profitti delle banche ma il sospetto è che le banche continuino ad essere guidate da aspettative di ulteriore rialzo dei tassi.

Come dire che difficilmente si potrà assistere a incrementi significativi nelle erogazioni del credito da parte degli istituti di credito della zona euro in questo secondo trimestre.
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