composizione del portafoglio
Scommettere su un ritorno della volatilità: tentazione pericolosa
La volatilità oggi è ai minimi e puntare su un suo ritorno sembra facile. Ma dati e meccanismi di mercato mostrano che la cosa più facile è perdere soldi.
10 Maggio 2017 09:01
Se c’è una regola infallibile tra le tante scritte da Wall Street questa è sicuramente “buy low, sell high”, vale a dire compra quando il prezzo è basso e vendi quando è alto. Semplice no? Vallo a dire a quelli che da mesi investono in un ritorno della volatilità attraverso i vari strumenti a disposizione, come gli ETF, primo tra tutti il VXX, o con i giochi che si fanno incrociando le opzioni put e call.
Finora hanno buttato soldi. Il prezzo è basso, anzi bassissimo. L’indice della volatilità sulle azioni americane, il CBOE Volatility Index detto anche "indice della paura", scende mese dopo mese. Lunedì scorso sull'onda della vittoria di Macron ha chiuso a 9,77 segnando un nuovo minimo di oltre 20 anni, vale a dire da dicembre 1993. Altri indicatori che misurano la volatilità su mercati diversi, come quello dei Treasuries americani, sono comunque ai minimi da diversi anni.
Chi si mette invece al ribasso, vale a dire compra strumenti che fanno guadagnare se la volatilità diminuisce, come gli ETF che scommettono sul calo del VXX, finora ha fatto soldi. Da inizio anno il VXX segna meno 43%. È chiaro che il mare non può restare piatto all’infinito, prima o poi il temporale arriva. Ma quando? Il problema con le scommesse sulla volatilità, sia al rialzo che al ribasso, è che non sono strumenti che si possono comprare e tenere nel cassetto.
Ogni mese il Volatility Index si resetta e si ricomincia da capo, se ha vinto hai vinto e se hai perso devi mettere altre fiches per continuare a giocare. Fare questi giochi ha senso per chi è molto esposto sull’azionario e vuole coprirsi in caso di improvvise turbolenze, praticamente paga il costo di una polizza d’assicurazione. Ma per gli speculatori puri è molto azzardato. Forse è più semplice tenere una quota importante del proprio portafoglio in cash, pronti a entrare sui minimi quando arriva il temporale. Il risultato alla fine è lo stesso, “buy low” per poi al momento giusto “sell high”, solo che richiede la pazienza del pescatore più che la bramosia del cacciatore. Ma almeno non si buttano soldi dalla finestra.
Finora hanno buttato soldi. Il prezzo è basso, anzi bassissimo. L’indice della volatilità sulle azioni americane, il CBOE Volatility Index detto anche "indice della paura", scende mese dopo mese. Lunedì scorso sull'onda della vittoria di Macron ha chiuso a 9,77 segnando un nuovo minimo di oltre 20 anni, vale a dire da dicembre 1993. Altri indicatori che misurano la volatilità su mercati diversi, come quello dei Treasuries americani, sono comunque ai minimi da diversi anni.
Chi si mette invece al ribasso, vale a dire compra strumenti che fanno guadagnare se la volatilità diminuisce, come gli ETF che scommettono sul calo del VXX, finora ha fatto soldi. Da inizio anno il VXX segna meno 43%. È chiaro che il mare non può restare piatto all’infinito, prima o poi il temporale arriva. Ma quando? Il problema con le scommesse sulla volatilità, sia al rialzo che al ribasso, è che non sono strumenti che si possono comprare e tenere nel cassetto.
Ogni mese il Volatility Index si resetta e si ricomincia da capo, se ha vinto hai vinto e se hai perso devi mettere altre fiches per continuare a giocare. Fare questi giochi ha senso per chi è molto esposto sull’azionario e vuole coprirsi in caso di improvvise turbolenze, praticamente paga il costo di una polizza d’assicurazione. Ma per gli speculatori puri è molto azzardato. Forse è più semplice tenere una quota importante del proprio portafoglio in cash, pronti a entrare sui minimi quando arriva il temporale. Il risultato alla fine è lo stesso, “buy low” per poi al momento giusto “sell high”, solo che richiede la pazienza del pescatore più che la bramosia del cacciatore. Ma almeno non si buttano soldi dalla finestra.
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