Contatti

donald Trump

Idee di investimento – Azioni – 20 marzo 2017

20 Marzo 2017 09:33
financialounge -  donald Trump Federal Reserve idee di investimento Marine Le Pen mercati azionari populismo settore bancario USA
“Il nostro outlook in termini di crescita globale resta positivo e riteniamo che la Federal Reserve attuerà tre rialzi dei tassi nel corso del 2017: ci aspettiamo che il mercato obbligazionario continuerà a convergere verso questa view” fanno sapere nell’articolo “Dopo la Fed, l’outlook resta positivo in termini di crescita globale” Noelle Corum, Macro Analyst, e James Ong, Senior Macro Strategist di Invesco commentando il rialzo dei tassi dei Fed funds di un quarto di punto deciso da Janet Yellen nel corso del meeting della Fomc di mercoledi scorso. I due manager sono convinti che il quadro di crescita globale in via di miglioramento sia in grado di supportare gli asset rischiosi. Tuttavia, qualora il mercato dovesse iniziare a ipotizzare più di tre rialzi da parte della Fed (quattro o più) o se dovesse valutare che il ritmo degli aumenti dei tassi della Fed sia troppo lento, Noelle Corum e James Ong cercheranno di ridimensionare il loro outlook, dal momento che questo scenario potrebbe comportare maggiori rischi sui mercati e sui portafogli degli investitori.

D’altra parte, come fa notare Dave Lafferty, Chief Market Strategist di Natixis Global Asset Management nell’articolo “Mercati, aspettative troppo elevate destinate ad essere disattese”, i mercati si sono mossi al rialzo dall’elezione di Trump sulla base delle semplici migliori aspettative in ambito economico USA: adesso, quindi, è meglio essere prudenti. Secondo il manager è logico supporre che le aspettative del mercato siano troppo elevate in questo momento. Per Dave Lafferty, si rende necessaria una maggiore cautela da parte degli investitori, tenuto conto anche il fatto che in questo momento i prezzi delle azioni americane e gli spread (extra rendimenti rispetto ai titoli di stato) sui corporate bond (in particolare gli high yield) risultano particolarmente elevati. Lo strategist ipotizza, durante l’anno in corso, una correzione del mercato che, a differenza di quelle che si verificano normalmente sui mercati, sarà provocata dall’ipotesi di una mancata implementazione degli stimoli di Trump o da una politica monetaria restrittiva più aggressiva.

Alcune preziose indicazioni di come allestire i portafogli le forniscono nell’articolo “Strategie di copertura per proteggere i portafogli dai futuri rischi geopolitici” Andrea Brasili, Senior Economist Global Asset Allocation Research di Pioneer Investments, e Matteo Germano, Global Head of Multi Asset Investments di Pioneer Investments: “Il rischio geopolitico rimane, a nostro avviso, il fattore principale a cui gli investitori dovrebbero guardare per i prossimi mesi. Riteniamo che gli investitori dovrebbero prendere in considerazione l’attuazione di copertura dei portafogli nel tentativo almeno di bilanciare parzialmente gli effetti negativi del rischio geopolitico”. Che poi fanno qualche esempio: “A questo scopo esistono strategie multiple disponibile per gli investitori: le attività con limitata correlazione, come l’oro, valute che si comportano come ‘porti sicuri’ (come il franco svizzero e, soprattutto in caso di rischi crescenti nella zona euro, il dollaro USA), oppure l’uso di strumenti derivati per cercare di proteggere l’esposizioni alle asset class rischiose in portafoglio. Un approccio multi-asset, che includa strategie efficaci per la copertura dei propri investimenti, può essere utile in un periodo di crescente rischio geopolitico. Si può infatti combinare in modo efficiente le tecniche di copertura più efficaci, determinando le strategie con rapporto costo-efficienza migliore in funzione degli eventi di rischio ritenuti più probabili e di grande impatto”.

In tema di rischi politici, Mark Burgess, CIO EMEA and Global Head of Equities di Columbia Threadneedle Investments nell’articolo “Se vince Le Pen, il conto più salato ricadrebbe sul sistema bancario” si domanda che cosa possiamo aspettarci dai mercati nel caso in cui Marine Le Pen diventasse presidente della Francia. “È probabile che lo spread tra le obbligazioni francesi e i Bund tedeschi tenda ad ampliarsi. Si potrebbero ritoccare i 150 punti base (+1,50%) sperimentati al culmine della crisi del debito dell’eurozona nel biennio 2011/12. Analogamente, si amplierebbero i differenziali di altre obbligazioni periferiche e semi-core, in linea con l’aumento del rischio di disgregazione” sostiene Mark Burgess, che, sul fronte azionario, ipotizza invece una correzione dei listini nell’immediato fino al 10% per via dell’incertezza sulle possibili implicazioni per l’UE, con le banche che potrebbero registrare perdite di valore in Borsa tra il 20% e i 30%.

In questo contesto, Gianmarco Mondani, CIO del team azionario non direzionale di GAM, sta rendendo il portafoglio non troppo esposto al ciclo, consapevole dei rischi legati alle prossime tornate elettorali: sta limitando di conseguenza tanto l’esposizione netta di settore quanto quella lorda. Il manager, come argomenta nell’articolo “Borsa, la selezione vincente da un mix di titoli ciclici e difensivi”, adesso si sta concentrando anche sulla ripresa nel settore delle costruzioni, sulle banche (selezionando le storie di ristrutturazione con una rinnovata solidità in seguito alla ricapitalizzazione), sulle attività nelle esplorazioni petrolifere e nel ritorno di un certo potere di determinazione del prezzo nel business del packaging in seguito alla riduzione della scorte. Per contro Gianmarco Mondani è negativo sulle società che evidenziano problemi strutturali di eccesso di capacità e sulle aziende che risultano chiaramente perdenti per l’importazione di inflazione derivante dall’indebolimento della sterlina.
Share:
Trending