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David Lafferty

La Fed alza i tassi e prevede una crescita moderata dell’economia

L’annuncio, ampiamente previsto, è stato dato ieri da Janet Yellen. Immediata la reazione positiva dei mercati.

16 Marzo 2017 12:09
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Come ampiamente previsto dai mercati, la Federal Reserve ha deciso di aumentare i tassi d’interesse di 25 punti base, passando a una forchetta compresa tra lo 0,75% e l’1%. L’annuncio è stato dato dalla presidente Janet Yellen, che ha inoltre anticipato di voler procedere ad altri due ritocchi dei tassi entro il 2017 seguiti da tre interventi nel 2018.

L’attesa svolta “aggressiva” della Fed, votata con una maggioranza di 9 contro 1, è arrivata e i mercati europei (rassicurati anche dall’esito delle elezioni in Olanda) hanno reagito con aperture positive.

Nel corso della conferenza stampa, Yellen ha affermato che l’economia “continua a espandersi a ritmo moderato” e le previsioni dicono che sarà così anche nei prossimi anni. Tuttavia, l’occupazione cresce e l’inflazione si sta avvicinando all’obiettivo del 2%, anche se la crescita dei salari non è ancora soddisfacente. In ogni caso, proprio tenendo conto della crescita moderata, le prossime mosse della Fed saranno graduali.

"Alla luce del nostro outlook positivo in termini di crescita globale - ha commentato James Ong, senior macro strategist di Invesco - pensiamo che la Fed innalzerà probabilmente i tassi tre volte nel corso del 2017. Ci aspettiamo che il mercato obbligazionario continuerà a convergere verso questa view. Riteniamo che gli asset rischiosi continueranno a essere supportarti da un migliore quadro di crescita globale. Se il mercato dovesse iniziare a scontare più di tre rialzi della Fed (quattro o più) o se dovesse ritenere che la Fed rimanga al di sotto della curva, il che significherebbe ritenere che il ritmo degli aumenti dei tassi sia troppo lento, cercheremo di ridimensionare il nostro outlook, in quanto questo potrebbe portare a uno scenario di maggiore rischio".

Luca Tobagi, CFA investment strategist di Invesco, sottolinea la prudenza mostrata da Yellen: "Una colomba rimane sempre una colomba - ha spiegato - Da un lato ha alzato i tassi d'interesse, dall'altro ha dichiarato che l'approccio della Fed sarà graduale che supporterà l'economia in rafforzamento. In sintesi: nessun aumento dei rischi per l’outlook e neppure surriscaldamento e una buona crescita che ancora ha bisogno di una banca centrale protettiva". Sul fronte cambio euro/dollaro, Tobagi ha affermato che "se l'euro dovesse mantenere questi livelli, potrebbe apprezzarsi più per via dei risultati elettorali in Olanda che per uno shock negli USA". "In termini relativi - ha concluso Tobago - poco dovrebbe cambiare e ci attendiamo un dollaro strutturalmente forte. Ma perché il dollaro si rafforzi ulteriormente sui mercati valutari, potremmo dover aspettare che le tutte le altre principali banche centrali si pronuncino".

“Otto anni di politica monetaria accomodante a livello globale – aveva anticipato David Lafferty, chief market strategist di Natixis Global AM, alla vigilia della decisione della Fed - hanno inevitabilmente posticipato il giorno della resa dei conti. Ora la Fed è intenzionata a normalizzare la sua politica monetaria, senza però innescare una recessione e tenendo sotto controllo l'inflazione”.

Proprio sul dato relativo all’inflazione si concentra l’analisi di Richard Clarida, consulente strategico globale di Pimco: “Con il rialzo dei tassi – ha spiegato – e la conferma di un ritmo graduale di rialzi, la Fed sta trasmettendo fiducia nell’economia e sta rafforzando l’idea che l’obiettivo di inflazione del 2% sia simmetrico, ovvero che andare oltre il livello previsto (overshooting) non è né più né meno tollerabile dell’undershooting”.
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