BTP
Primi 4 mesi di Trump, Piazza Affari al top e flop dei BTP
A quattro mesi dall’elezione di Trump, gli investimenti più redditizi sono stati quelli in azioni italiane e nel settore hi tech: male, invece, i BTP e i bund tedeschi.
13 Marzo 2017 09:31
Le azioni mid cap italiane, l’hi tech USA e le azioni di Piazza Affari. Sono questi i tre investimenti che a quattro mesi dalla vittoria di Donald Trump sono quelli che hanno fruttato i maggiori guadagni agli investitori.
Per esempio 10 mila euro investiti nell’indice FTSE Italia mid cap che replica l’andamento delle piccole e medie imprese quotate sul listino azionario italiano, sarebbero diventati 11.827 euro (+11,8%), mentre gli stessi 10 mila euro impiegati nell’indice Nasdaq Composite sarebbero lievitati a 11.700 euro (+11,7%) e nell’azionario FTSE MIB di Piazza Affari 11.689 euro (+11,69%).
Staccati sia gli investimenti nell’S&P500 (11.495 euro), che quelli nel Dax di Francoforte (11.413 euro), e nell’Ibex 35 di Madrid (11.197 euro). In rosso, al contrario, il bilancio degli investimenti nei titoli di stato e nel mercato monetario euro. Diecimila euro impiegati l’8 novembre 2016 nei BTP italiani oggi varrebbero 9.630 euro (-3,7%).
Meglio non sarebbe andata nemmeno a chi avesse preferito i bund tedeschi (9.797 euro pari al -2,03%) o i titoli di stato internazionali (9.754 euro, ovvero -2,5% in termini percentuali). Male anche il parcheggio della liquidità nei fondi monetari dell’area euro: in quattro mesi avrebbero fatto perdere lo 0,2% facendo scendere il controvalore dei diecimila euro investiti inizialmente agli attuali 9.979 euro.
Da segnalare che l’investimento valutario nelle principali monete estere (dollari USD, sterlina inglese e franco svizzero) sarebbe in attivo ma non quello in yen giapponesi: diecimila euro investiti nella divisa del Sol Levante l’8 novembre 2016, oggi sarebbero diventati 9.449 euro con una perdita del -5,51%.
Per esempio 10 mila euro investiti nell’indice FTSE Italia mid cap che replica l’andamento delle piccole e medie imprese quotate sul listino azionario italiano, sarebbero diventati 11.827 euro (+11,8%), mentre gli stessi 10 mila euro impiegati nell’indice Nasdaq Composite sarebbero lievitati a 11.700 euro (+11,7%) e nell’azionario FTSE MIB di Piazza Affari 11.689 euro (+11,69%).
Staccati sia gli investimenti nell’S&P500 (11.495 euro), che quelli nel Dax di Francoforte (11.413 euro), e nell’Ibex 35 di Madrid (11.197 euro). In rosso, al contrario, il bilancio degli investimenti nei titoli di stato e nel mercato monetario euro. Diecimila euro impiegati l’8 novembre 2016 nei BTP italiani oggi varrebbero 9.630 euro (-3,7%).
Meglio non sarebbe andata nemmeno a chi avesse preferito i bund tedeschi (9.797 euro pari al -2,03%) o i titoli di stato internazionali (9.754 euro, ovvero -2,5% in termini percentuali). Male anche il parcheggio della liquidità nei fondi monetari dell’area euro: in quattro mesi avrebbero fatto perdere lo 0,2% facendo scendere il controvalore dei diecimila euro investiti inizialmente agli attuali 9.979 euro.
Da segnalare che l’investimento valutario nelle principali monete estere (dollari USD, sterlina inglese e franco svizzero) sarebbe in attivo ma non quello in yen giapponesi: diecimila euro investiti nella divisa del Sol Levante l’8 novembre 2016, oggi sarebbero diventati 9.449 euro con una perdita del -5,51%.
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