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Obbligazioni, cosa fare dopo il meeting della BCE e prima di quello della Fed

Dopo il meeting della BCE emerge che le banche centrali preferiscono assumere più libertà di azione: le scelte obbligazionarie cambiano a seconda dell’area valutaria.

13 Dicembre 2016 09:55
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La riunione della BCE di giovedì scorso era di fondamentale importanza per gli investitori obbligazionari europei e le attese non sono andate deluse: non sono mancate le informazioni che il mercato aspettava. Il Consiglio direttivo della banca centrale europea ha infatti annunciato che estenderà il suo programma di acquisto di asset fino alla fine del 2017, mantenendo i tassi di riferimento invariati ma riducendo l’importo degli acquisti mensili da 80 a 60 miliardi di euro.

Per Marilyn Watson, Head of Global Fundamental Fixed Income Strategy di BlackRock, questo annuncio costituisce una sorta di avvio del tapering (riduzione del programma di acquisto dei titoli obbligazionari euro sul mercato) sebbene Mario Draghi lo abbia categoricamente escluso durante la conferenza stampa post meeting sottolineando che la BCE si riserva di modificare la dimensione o la durata degli acquisti qualora gli obiettivi di inflazione (2% ) non fossero raggiunti o qualora le condizioni finanziarie diventassero ‘meno favorevole’.

“In ogni caso, l'annuncio della BCE, prosegue la tendenza emersa tra le principali banche centrali di assumere posizioni più libere di politica monetaria” fa sapere Marilyn Watson. Secondo la strategist, la Fed è la banca centrale più avanzata in questo nuovo percorso avendo già riavviato l’aumento dei tassi un anno fa ed essendo pronta a proseguirlo questo mese e, probabilmente, in modo graduale anche nel 2017.

La Banca del Giappone (BoJ), invece, si è spostata verso il QQE (quantitative and qualitative monetary easing) che punta ad un controllo della curva dei rendimenti per contrastare il fenomeno dei tassi negativi, mentre il governatore Carney della Banca d'Inghilterra ha comunicato una posizione più equilibrata nel mese di novembre a seguito delle misure di allentamento adottate sulla scia del referendum UE del Regno Unito.

In questo nuovo scenario, sembra proprio che la politica sia destinata a dominare movimenti di mercato il prossimo anno. Attualmente emerge una grande incertezza e mancanza di chiarezza intorno a diversi temi: dai provvedimenti che adotterà la nuova amministrazione Trump alle trattative per la Brexit, dalle conseguenze del recente referendum italiano alle elezioni generali nei Paesi Bassi, in Francia e in Germania.

“Nell’ambito del fondo obbligazionario globale, siamo posizionati per sfruttare una curva più ripida dei bund tedeschi. Inoltre siamo in sottopeso o short (ribassisti) sui titoli di stato francesi rispetto ai bund mentre manteniamo una piccola posizione in obbligazioni sovrane dei paesi periferici. In altre aree valutarie, in particolare negli Stati Uniti e nel Regno Unito, manteniamo la nostra visione favorevole sui titoli indicizzati all'inflazione” spiega Marilyn Watson che continua a privilegiare le obbligazioni emergenti in quanto si aspetta un allentamento della politica monetaria, sebbene abbia ridotto la scadenza media di molte di queste posizioni.

“Preserviamo infine il nostro giudizio positivo su India, dove abbiamo posizioni lunghe (rialziste) sia sulle obbligazioni in valuta locale che sulla rupia” conclude Marilyn Watson.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da BlackRock

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