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Se vince Trump: focus sui settori armi, difesa, edilizia e produttori petroliferi

L’eventuale vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali avrebbe implicazioni positive sui settori della difesa e armi, sull’edilizia e sui produttori petroliferi.

7 Novembre 2016 16:35
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Al di là delle pur sensibili differenze storiche tra una vittoria del candidato democratico piuttosto che di uno repubblicano (sia a livello economico che dei mercati finanziari), analizzare i programmi politici dei due candidati permette di comprendere le potenziali maggiori implicazioni settoriali che potrebbero emergere a seguito delle elezioni. Cominciamo ad esaminare le implicazioni settoriali con una vittoria di Donald Trump.

Il candidato repubblicano, pur adottando politiche in linea con le tradizioni del suo partito (capitalismo liberale, intervento circoscritto da parte dello stato, politiche sociali mantenute allo status quo) evidenzia sostanziali differenze rispetto alla linea del Partito Repubblicano soprattutto in materia di commercio e immigrazione. Non è affatto un mistero che Donald Trump abbia espressamente manifestato tutta la propria contrarietà a una maggiore liberalizzazione degli scambi opponendosi anche verso gli accordi commerciali già in essere come il TTIP, (Transatlantic Trade and Investment Partnership, un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato dal 2013 tra la Ue e gli USA) e il TPP (un accordo per la liberalizzare totale del commercio tra gli Stati Uniti e paesi del Pacifico).

Al contrario, Donald Trump, predilige i dazi doganali e politiche più restrittive negli scambi. In quest’ottica, se le minacce di pesanti dazi sui prodotti ‘made in Cina’ potrebbero costituire un fattore di rischio per ogni settore o società USA che dipenda da quelle importazioni, dall’altro lato i dazi doganali contro Pechino potrebbero favorire i comparti produttivi nazionali che hanno subito la concorrenza cinese, come ad esempio il settore dell'acciaio.

In un altro settore, quello delle infrastrutture, invece, Donald Trump ha promesso di voler spendere il doppio della sua rivale (con ricadute positive sul settore edile) ma il finanziamento pubblico potrebbe richiedere l’emissioni di ulteriore debito dal momento che il suo impegno per la riduzione fiscale sarebbe di portata inferiore alle nuove uscite.

Donald Trump, in particolare, propone una riforma del sistema fiscale articolata su tre scaglioni di imposta sul reddito (dai sette attuali) con, peraltro, la consistente riduzione dell'aliquota massima sulle società dal 35% al 15%: quest’ultima iniziativa sosterrebbe le aziende statunitensi e i tagli fiscali potrebbero rilanciare la crescita economica, ma la conseguente perdita di entrate nelle casse pubbliche potrebbe incrementare il deficit.

Un altro settore che potrebbe subire profondi impatti da una vittoria di Donald Trump è quello energetico. La sua tenace opposizione alla normativa ambientale (ritenuta troppo gravosa per le imprese) dovrebbe favorire i settori che più hanno risentito di queste regole in passato, come i produttori di combustibili (gas e petrolio da scisti) mentre il settore delle energie alternative (in particolare quelli solare ed eolico), accuserebbero il probabile taglio delle generosi crediti di imposta finora riconosciuti a questi comparti.

Infine anche i produttori di attrezzature militari e di armi beneficerebbero di una affermazione del candidato repubblicano: Donald Trump ha infatti puntualizzato che l'attuale quota del 3% del PIL USA destinata alla spesa militare è troppo bassa e che intende riportarla attorno al 6% come in passato.

Ecco, in estrema sintesi le implicazioni sui settori di una vittoria di Donald Trump:

  • come per la Clinton, il miglioramento delle infrastrutture è un obiettivo fondamentale, ma è probabile una maggiore aggressività su questo fronte: tutto questo è positivo per l'attività edilizia pubblica e per le società con buoni track record in quest'ambito;

  • favorevole al raddoppio della quota del PIL (dal 3% al 6%) destinata alla spesa militare: un fattore di supporto al complesso militare-industriale, tra cui i fornitori della difesa e i produttori di attrezzature militari;

  • tenace antagonista alla normativa ambientale: previste ricadute positive per i produttori USA di combustibili, tra cui i produttori di shale, il settore del carbone e le raffinerie, ma effetti negativi per i settori delle energie pulite;

  • contrario al libero scambio e favorevole all'aumento dei dazi; si tratta di una potenziale preoccupazione per i settori americani che dipendono molto dalle importazioni, in particolare dalla Cina;

  • molto duro sull'immigrazione: avrebbe implicazioni negative per alcuni settori, soprattutto per l'agricoltura;

  • le proposte di riduzione fiscale per le società sono potenzialmente positive per tutti i settori se implementate, ma vi sono timori sull'aumento implicito del debito pubblico che potrebbe causare pressioni al rialzo sui rendimenti obbligazionari.


** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Fidelity International

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