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Gérald Moser

Borse, perché preferire Svizzera, Australia e mercati emergenti

In un contesto di mercato non eccessivamente favorevole alle Borse, un mix giusto di crescita e prudenza è costituito da azioni svizzere, australiane ed emergenti.

14 Ottobre 2016 09:20
financialounge -  Gérald Moser mercati azionari mercati emergenti

Non è stato finora un anno facile per i mercati azionari. Dopo il violento sell off (vendita di titoli sul mercato senza limitazione di prezzo e di quantità) di inizio anno e la forte correzione successiva all’esito del referendum britannico del 23 giugno scorso, gli indici di Borsa faticano a ritrovare la strada del rialzo. Certo, occorre fare delle distinzioni, perché alcuni mercati, come Wall Street e il listino tecnologico del Nasdaq, hanno ritoccato all’insù i rispettivi record storici, mentre altre piazze finanziarie, in particolare quella di Tokyo e quella di Milano, evidenziano perdite a due cifre rispetto ai valori di inizio anno.

Il problema è che, nei prossimi mesi, importanti eventi politici potranno determinare gli andamenti dei mercati a cominciare dalle elezioni presidenziali americane dell’8 novembre e il referendum costituzionali italiano del 4 dicembre. Inoltre, anche i listini che hanno perso terreno da inizio anno non vantano certo valutazioni economiche tali da attrarre gli investitori: basti pensare che se il rapporto prezzo / utili (p/e) di Wall Street viaggia attualmente a quota 19,3, quello di Tokyo è a 16 e quello di Piazza Affari a 18,1.

Qualche idea la fornisce Gérald Moser, Head of Equity Strategy di Credit Suisse, secondo il quale una buona soluzione in questo contesto è rappresentata dal giusto mix tra crescita e atteggiamento difensivo. Il manager continua a preferire le azioni dei mercati emergenti in quanto i fondamentali dei paesi in via di sviluppo continuano ad evidenziare aspetti più interessanti rispetto a quelli dei mercati sviluppati. A cominciare da una possibile sorpresa positiva nella prossima stagione degli utili nella quale potrebbe emergere che i mercati emergenti saranno l’unica regione a registrare un robusto aumento dei profitti su base annua.

“Un rialzo dei tassi da parte della Fed potrebbe rappresentare un problema nel breve termine, ma i fondamentali continuano a fornire un sostegno” spiega Gérald Moser, che poi prosegue: “Nel caso in cui la banca centrale americana optasse per un aumento dei tassi, siamo convinti che l’Asia sarebbe nelle condizioni di produrre performance migliori sia rispetto all’Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) che all’America Latina”.
Di conseguenza, Gérald Moser nell’ambiro degli emerging markets ha una preferenza sull’Asia.

“Più in generale, le azioni svizzere dovrebbero assicurare una propensione difensiva al portafoglio nel momento in cui le prospettive di crescita dovessero peggiorare, mentre le azioni australiane hanno la prerogativa di beneficare di un rimbalzo dei prezzi delle materie prime, dagli interessanti rendimenti da dividendi e da una stabilizzazione dell’economia cinese” sottolinea Gérald Moser che invece, preferisce essere prudente sulle azioni europee e del Regno Unito.
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