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Banche europee, cosa racconta l’ottovolante di Borsa

5 Luglio 2016 09:22

financialounge -  borsa Europa Philippe Bodereau PIMCO settore bancario volatilità
timana di Borsa per i titoli del settore bancario europeo è iniziata con una accentuata volatilità e con prezzi di nuovo in calo.

L’indice Eurostoxx banks, rappresentativo delle azioni di tutti gli istituti di credito della zona euro quotati in Borsa, ha registrato un nuovo calo dell’1,4% che porta la correzione dal 24 giugno, giorno dell’esito del referendum britannico, al -20%. Da inizio anno, invece, la perdita cumulata sfiora i trenta punti percentuali. A stabilizzare le variazioni del settore in Borsa ha contribuito la diffusione della notizia in base alla quale le banche italiane potrebbero fare ricorso, in casi estremi e su loro specifica richiesta, a garanzie finanziate direttamente dalla BCE. D’altra parte, con i tassi di interesse a zero che riducono all’osso i margini di contribuzione delle banche, e con prospettive ancora meno rosee, rispetto a quelle che solo un paio di settimane fa si potevano fare, per i potenziali impatti negativi della Brexit, è piuttosto normale che l’avversione al rischio si scateni soprattutto sui titoli finanziari.

In ogni caso, Philippe Bodereau, Portfolio Manager e Global Head of Financial Research di PIMCO, preferisce distinguere tra la situazione nel Regno Unito e nella zona euro. “Dal punto di vista del credito, le prospettive non sono negative per le banche del Regno Unito che possono vantare coefficienti patrimoniali elevati (tra il 12% e il 16%), e bilanci liquidi e di importanti dimensioni” sostiene Philippe Bodereau che poi aggiunge: “Gli istituti inglesi hanno superato anche questi ultimi stress test. Riteniamo che le dislocazioni di valutazioni in questo settore, in particolare nel capitale bancario del Regno Unito e nel debito subordinato, potrebbe offrire opportunità”.

Diversa la view sul segmento bancario della zona euro. “Anche le banche dell'Eurozona hanno sperimentato una volatilità elevata a seguito del risultato della Brexit, ma è anche vero che si tratta di titoli che negli ultimi anni sono stati piuttosto volatili, con gli investitori accaniti ad inseguire gli anelli più deboli del settore” fa presente Philippe Bodereau. Il riferimento è anche alle banche italiane e portoghesi con elevati crediti deteriorati (Npl, non performing loans) e deficit di capitale.

“Il sell-off (vendita di titoli senza limitazione né di prezzo né di quantità) sui titoli delle banche con bilanci più solidi e dividendi elevati sembra invece meno giustificato e, dopo la vendita indiscriminata di venerdì 24 giugno, stiamo cominciando a vedere il ritorno di una certa differenziazione tra un titolo e un altro” conclude Philippe Bodereau.

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