Bank of Japan

Mercati emergenti, le attuali quotazioni incorporano un petrolio a 65 dollari

3 Giugno 2016 08:30

financialounge -  Bank of Japan Federal Reserve mercati emergenti petrolio
� il prezzo del petrolio che le quotazioni dei mercati finanziari dei paesi emergenti incorporano attualmente?

Se lo sono chiesti gli analisti di una banca d’affari svizzera che sono giunti alla conclusione che le quotazioni incorporano un prezzo del greggio a 65 dollari contro i 49-50 dollari correnti di mercato. Se questa tesi fosse corretta, nelle prossime settimane si potrebbero verificare due cose: o un ulteriore (lieve) recupero degli asset emergenti (o, più probabilmente, un consolidamento dei prezzi attuali) o una ricaduta del prezzo del petrolio con tutte le conseguenze del caso. Ma da dove traggono le indicazioni gli analisti svizzeri per arrivare ala loro conclusione? Scopriamolo insieme.

Il miglioramento delle performance degli asset dei paesi in via di sviluppo registrato quest'anno (dopo circa tre anni di performance negative o inferiori a quelle dei mercati sviluppato) è stato guidato sostanzialmente da tre fattori. In primis l’ingente stimolo al credito da parte della autorità di Pechino. In secondo luogo un cambiamento nell’atteggiamento della Federal Reserve che sembra, almeno per il momento, aver congelato ogni ipotesi di rialzo dei tassi americani, contribuendo ad una rivalutazione delle valute emergenti rispetto al dollaro USD. Infine, il riequilibrio del mercato petrolifero in termini di domanda e offerta.

Ebbene, nonostante gli investitori abbiano discusso sulle ricadute positive derivanti dai primi due punti già a partire da metà aprile, le quotazioni dell’oro nero hanno comunque recuperato posizioni. Gli analisti della banca d’affari svizzera, hanno incrociato le diverse variabili macro economiche con i dati storici per stabilire il punto di incontro tra le attuali valutazioni dei mercati emergenti e il prezzo del petrolio e, appunto, hanno trovato che tale livello si attesta proprio a 65 dollari al barile, cioè il 30 per cento al di sopra delle attuali quotazioni.

Le loro conclusioni tattiche di portafoglio sono state piuttosto semplici: hanno ridotto l’esposizione azionaria (da sopvrappeso a neutrale) nel settore energia e a sottopeso quella nell’azionario Malesia e Colombia, e mantenuto una posizione long (rialzista) sul dollaro USA rispetto al peso messicano.

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