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Borse, perché in Europa sono da preferire Parigi e Madrid

24 Maggio 2016 09:34
financialounge -  borsa Credit Suisse Marc Häfliger mercati azionari Michael O'Sullivan
Da metà febbraio, cioè dopo che i mercati avevano toccato i minimi dell’anno, diversi fattori di supporto hanno determinato una ripresa delle borse mondiali. Tra gli aspetti che hanno svolto un ruolo di maggior rilievo si possono indicare i cambio di atteggiamento da parte della Federal Reserve (Fed), che dopo il primo rialzo dei tassi a dicembre 2015 ha congelato le mosse successive, il deciso allentamento monetario deciso da Mario Draghi in Europa, gli stimoli positivi a breve termine in Cina, una improvvisa inversione di tendenza dei prezzi del petrolio, dati economici abbastanza buoni da scongiurare i timori di una recessione. Un insieme di fattori che ha convinto gli investitori ad allontanarsi dalle posizioni ribassiste determinando, a loro volta, flussi in acquisto sul mercato.

Tuttavia, a ben guardare, sembra proprio che sia piuttosto improbabile che tali fattori possano ripetersi in un futuro prossimo (soprattutto tutti insieme e convergenti): ciò suggerisce che la ripresa azionaria potrebbe perdere slancio e potenzialmente invertire la rotta, visto l’emergere di fattori negativi quali una sempre possibile stretta della Fed e i rischi geopolitici (a cominciare dal referendum del 23 giugno su Brexit).

“I nostri giudizi sulle azioni europee restano comunque inalterati” fanno sapere Michael O'Sullivan, CIO-IWM di Credit Suisse, e Marc Häfliger, Investment Strategy CIO IWM di Credit Suisse, che poi aggiungono: “È da notare che i mercati azionari francesi presentano una composizione settoriale più equilibrata, che funge da cuscinetto contro le correzioni di mercato. Pertanto continuiamo a mantenere un giudizio di outperform per la Francia, sostenuto dalle previsioni tecniche positive (relativamente all’indice MSCI EMU, relativo ai 10 paesi sviluppati della zona euro). Continuiamo a compensare il nostro giudizio di outperform sulla Spagna con quello di underperform dell’Italia, visto che in entrambi i casi si tratta di mercati con beta elevato. Le dinamiche degli utili e il quadro tecnico in Italia appaiono deboli, mentre in Spagna sono individuabili valutazioni interessanti. Manteniamo la nostra posizione neutrale sui titoli azionari tedeschi”.
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