Fondi comuni, a marzo raccolta trainata dai fondi esteri

Undici miliardi e mezzo di euro. A tanto è ammontata la raccolta netta a marzo dell’industria italiana del risparmio gestito in base ai dati diffusi da Assogestioni.

Un risultato trainato dai fondi comuni e, più in particolare, dai fondi di diritto estero. Infatti a fronte degli 11,5 miliardi complessivi, 7,6 miliardi sono confluiti sui fondi esteri mentre 4,2 miliardi sono stati incamerati dalle gestioni patrimoniali dedicate agli investitori istituzionali: le gestioni retail hanno contabilizzato solo 62 milioni di raccolta netta mensile mentre i fondi di diritto italiano hanno addirittura accusato deflussi netti mensili per 517 milioni.

Va ricordato, per la precisione, che per fondi di diritto estero si intende sia i fondi e le sicav collocati dalle case d’investimento estere operanti nel nostro paese e sia i prodotti domiciliati all’estero (Lussemburgo, Irlanda, Francia ecc.) di società di gestione del risparmio italiane.

Per quanto riguarda le scelte mensili dei risparmiatori del nostro paese, a marzo i fondi obbligazionari hanno registrato flussi netti per 2,1 miliardi, i flessibili per 1,5 miliardi, gli azionari per 747 milioni e i bilanciati per 454 milioni. La fetta maggiore, però, se la sono aggiudicata i fondi monetati euro, sui quali a marzo sono confluiti 2,4 miliardi. Secondo gli addetti ai lavori, si tratta di un parcheggio di liquidità in attesa di scegliere quale possa rivelarsi la destinazione più corretta per gli obiettivi di investimento di medio lungo periodo.