ETF
Mercati emergenti, ecco chi beneficia dei flussi di sottoscrizione
30 Marzo 2016 12:02

ll’ottobre 2014 che non succedeva: nella penultima settimana di marzo tutte aree emergenti del mondo hanno registrato flussi di raccolta netta positiva in fondi e ETF. Per la precisione, in base ai dati EPFR Global, nella settimana terminata il 23 marzo sorso, i flussi verso i prodotti specializzati sui mercati emergenti sono ammontati a 2,89 miliardi di dollari (circa il doppio rispetto alla settimana precedente che si era fermata a 1,37 miliardi), portando a tre le settimane consecutive positive per questi prodotti.
Il dettaglio dei flussi consente di verificare che la raccolta positiva ha riguardato non soltanto i prodotti globali emerging markets (2,1 miliardi), ma anche quelli orientati sull’area Asia ex Giappone (455 milioni), sull’America Latina (169 milioni) e sull’EMEA (159 milioni). A livello di singoli paesi, il preferito dai sottoscrittori è risultato essere la Cina, seguita da India, Messico, Russia e Brasile.
Secondo gli analisti specializzati, alla luce di questi nuovi afflussi di sottoscrizioni, le posizioni nei portafogli degli investitori internazionali più affollate riguardano la Russia, su base relativa, seguita da Brasile, Cile, India, e Repubblica Ceca. Gli Emirati Arabi Uniti, le Filippine, l’Egitto, la Colombia, Taiwan e la Cina sono invece i mercati meno affollati. C’è però un altro dato di rilievo che emerge: mentre gli ETF hanno raccolto nella settimana analizzata 3,5 miliardi di dollari, i fondi comuni a gestione attiva hanno registrato deflussi netti per 609 milioni: nei primi tre mesi di quest’anno i flussi cumulati dagli ETF emerging markets si è attestato a +7,9 miliardi di euro contro i -10,3 miliardi dei fondi a gestione attiva.
Secondo gli analisti, questa divergenza si spiegherebbe, almeno in parte con il fatto che gli investitori istituzionali (che investono prevalentemente tramite ETF nei mercati emergenti) continuano ad essere fiduciosi sulle potenzialità a medio lungo termine dei paesi in via di sviluppo mentre gli investitori retail (che prediligono invece i fondi a gestione attiva) continuano a essere diffidenti sui mercati emergenti.
Il dettaglio dei flussi consente di verificare che la raccolta positiva ha riguardato non soltanto i prodotti globali emerging markets (2,1 miliardi), ma anche quelli orientati sull’area Asia ex Giappone (455 milioni), sull’America Latina (169 milioni) e sull’EMEA (159 milioni). A livello di singoli paesi, il preferito dai sottoscrittori è risultato essere la Cina, seguita da India, Messico, Russia e Brasile.
Secondo gli analisti specializzati, alla luce di questi nuovi afflussi di sottoscrizioni, le posizioni nei portafogli degli investitori internazionali più affollate riguardano la Russia, su base relativa, seguita da Brasile, Cile, India, e Repubblica Ceca. Gli Emirati Arabi Uniti, le Filippine, l’Egitto, la Colombia, Taiwan e la Cina sono invece i mercati meno affollati. C’è però un altro dato di rilievo che emerge: mentre gli ETF hanno raccolto nella settimana analizzata 3,5 miliardi di dollari, i fondi comuni a gestione attiva hanno registrato deflussi netti per 609 milioni: nei primi tre mesi di quest’anno i flussi cumulati dagli ETF emerging markets si è attestato a +7,9 miliardi di euro contro i -10,3 miliardi dei fondi a gestione attiva.
Secondo gli analisti, questa divergenza si spiegherebbe, almeno in parte con il fatto che gli investitori istituzionali (che investono prevalentemente tramite ETF nei mercati emergenti) continuano ad essere fiduciosi sulle potenzialità a medio lungo termine dei paesi in via di sviluppo mentre gli investitori retail (che prediligono invece i fondi a gestione attiva) continuano a essere diffidenti sui mercati emergenti.
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