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Daniel Roberts

Prezzo del petrolio, tutte le implicazioni sugli investimenti

12 Febbraio 2016 10:20
financialounge -  Daniel Roberts Dominic Rossi Federal Reserve mercati azionari petrolio settore agricolo settore automobilistico Settore chimico
Selezionare i settori e i singoli titoli che potranno beneficiare in misura maggiore di un prezzo del petrolio che si manterrà basso ancora per un certo periodo di tempo. Senza però trascurare come verranno utilizzati, in seguito, dai consumatori gli introiti derivanti dai ridotti prezzi dell’energia: un loro maggior impiego per la spesa potrebbe rilanciare la domanda e, di conseguenza, i mercati azionari.

Sono alcune delle principali conclusioni a cui giunge uno studio di Fidelity International sulle quotazioni petrolifere. Un’analisi che parte da una precisa osservazione: l’attuale crollo dei prezzi del greggio è stato particolarmente drastico se confrontato con quasi tutti i dati storici precedenti. Mentre a livello globale i prezzi sembrano destinati per un certo periodo a restare ridotti rispetto al passato e la volatilità persisterà probabilmente su livelli elevati nel breve periodo, ci sono le basi per un cauto ottimismo rispetto a un prossimo raggiungimento dei minimi e a un certo consolidamento dei prezzi.

In primis, gli investimenti petroliferi globali sono crollati, con i produttori che hanno ridotto i nuovi progetti e, soprattutto, la produzione statunitense di shale oil è prevista in calo di 0,5 milioni di barili al giorno nel 2016, una misura che contribuirebbe a ridurre lo squilibrio domanda/offerta a livello globale.

In secondo luogo, la Federal Reserve USA potrebbe essere costretta a rallentare il ritmo di normalizzazione dei tassi: un’eventualità che potrebbe ridurre o addirittura invertire l'apprezzamento del dollaro USA, che ha un ruolo chiave nella debolezza delle quotazioni petrolifere.

Infine, ma non certo per importanza, agli attuali ridotti livelli, la domanda di copertura sulle quotazioni petrolifere è molto ridotta e di recente si è registrato un allentamento delle vendite speculative.

In attesa di conoscere come tutte queste dinamiche prenderanno effettivamente corpo nei prossimi mesi, le quotazioni del greggio resteranno basse e, dal momento che il petrolio ha un ruolo di primaria importanza nell'economia globale, il calo delle sue quotazioni ha molte ripercussioni sia a livello settoriale sia di singoli titoli. In linea generale, le aree in cui il petrolio rappresenta un importante costo di produzione risultano avvantaggiate, mentre le aree in cui i ricavi dipendono dall'andamento delle quotazioni petrolifere sono penalizzate.

Tra i settori per esempio avvantaggiati figurano l’automotive, l’agricoltura e i prodotti chimici. Il calo delle quotazioni petrolifere favorisce la domanda di veicoli a motore, in particolare di veicoli ad alti consumi come i SUV. In agricoltura, invece, il calo delle quotazioni petrolifere tende a far scendere i costi di gestione, tra cui i costi di trasporti, fertilizzanti e macchinari agricoli. Nell’ambito dei prodotti chimici, le società produttrici risparmiano nell'acquisto di materie prime, tra le quali il greggio è una delle voci principali.

Sul versante opposto, tra i settori che invece sono danneggiati dal calo del petrolio trovano posto le compagnie di produzione ed esplorazione in campo petrolifero (E&P): per queste aziende il calo delle quotazioni petrolifere è naturalmente una pessima notizia, soprattutto per quelle caratterizzate da leva elevata e prezzi di breakeven superiori. Anche le imprese attive nell’ambito dei beni strumentali energetici , il calo delle quotazioni petrolifere implica una riduzione degli investimenti in E&P, con una conseguente flessione della domanda di beni da esse prodotte. Infine, il calo delle quotazioni petrolifere riduce di fatto l'attrattiva economica di molti prodotti orientati all'energia rinnovabile/pulita.

In tutti i casi, Daniel Roberts, Gestore di [tooltip-fondi codice_isin="lu0605515880"]FF Global Dividend Fund[/tooltip-fondi] di Fidelity International, preferisce restare prudente rispetto alle major petrolifere. “Già quando il greggio si attestava a quota $75 al barile, i dividendi offerti dal settore petrolifero non erano coperti da flussi di cassa disponibili e oggi sono più fragili che mai, tanto che per onorare i pagamenti, le società devono ricorrere a cessioni di beni o aumentare il proprio indebitamento” dichiara Daniel Roberts, mentre Dominic Rossi, CIO Azionario di Fidelity International preferisce spostare l’attenzione su dove possano finire gli inattesi introiti derivanti dai ridotti prezzi dell’energia e sul supporto che ciò può fornire ai consumi, in particolare negli Stati Uniti, supportando le prospettive di crescita dell’economia USA e globale.
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