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Carlo Benetti

Le due colonne fondamentali della gestione attiva

14 Ottobre 2015 10:09
financialounge -  Carlo Benetti consulenza finanziaria diversificazione GAM orizzonte temporale
L’impiego di strumenti alternativi non dovrebbe essere motivato dalle aspettative di generazione di «alpha» (extra rendimento rispetto alla media di mercato) nelle fasi negative quanto piuttosto dalla loro capacità di mitigare il rischio e di contribuire alla preservazione del capitale. È quanto sostiene Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di GAM Italia Sgr, nel commento analitico L’Alpha e il Beta del 12 ottobre. La diversificazione del portafoglio è, per Carlo Benetti, una colonna fondamentale ma inutile senza l’altra colonna dell’orizzonte temporale: solo con entrambe può essere saldamente sorretta la volta della gestione attiva di un portafoglio.

Per il manager, il ricorso alle strategie alternative è inevitabile dal momento che la decorrelazione tra azioni ed obbligazioni si è affievolita negli ultimi tempi e i tassi di interesse, schiacciati sui minimi storici, hanno indebolito uno dei più vecchi strumenti per governare il rischio e il rendimento atteso: l’equilibrio tra azioni e obbligazioni.

“La sfida di gestori e consulenti è dunque trovare rimedio all’indisponibilità di una classe di investimento efficiente da opporre alle azioni nelle fasi più volatili, ed è una sfida che investe principalmente quegli investitori più avversi al rischio azionario” sottolinea Carlo Benetti secondo il quale occorre prendere atto il prima possibile che i rendimenti dei titoli governativi del passato sono solo un lontano ricordo in quanto vivremo ancora a lungo nella realtà alterata del Quantitative Easing. Ecco perché si ragiona, da tempo, di soluzioni innovative, di flessibilità, di strumenti «multi-asset»: perché è indispensabile trovare una alternativa alle obbligazioni, affiancare alle classi di attivo più tradizionali strategie diverse, alternative appunto, che contengano il rischio pur esprimendo quei rendimenti ai quali gli investitori sono abituati. L’espressione “strategie alternative” è però talmente ampia da risultare indeterminata, abbraccia metodi tra loro diversi che hanno in comune solo l’obiettivo: massimizzazione del coefficiente «alpha», cioè l’attitudine di un titolo a variare in modo indipendente dal mercato, e la minimizzazione del «beta», la sensitività del prezzo di una azione ai movimenti del mercato (vedi anche L’Alpha e il Beta del 3.8.2015).

In altre parole, l’obiettivo è mettere a punto uno strumento che dia buoni rendimenti nel lungo termine e che faccia guadagnare anche in condizioni di mercato negative. Tutti i gestori alternativi affermano che l’alpha può essere generato solo con metodo rigoroso, ricerca approfondita e pensiero indipendente, eppure non tutti arrivano al traguardo. Anche perché non è affatto semplice scegliere quelle più adatte ad un dato investitore e in questo ambito si esprime massimamente il valore aggiunto della consulenza finanziaria professionale.

“Quando la scelta riguarda strumenti di investimento che si misurano con indici di mercato o benchmark, l’analisi si concentra su un particolare mercato, le sue prospettive di crescita, la volatilità, il grado di correlazione con altre classi di attivo. Un esercizio tutto sommato familiare, facilitato dalla documentazione disponibile. Quando invece si tratta di selezionare una strategia alternativa, l’analisi non riguarda più i dati incontrovertibili delle statistiche ma gli elementi indefinibili di uno stile e di un team di gestione. In Gam si trovano competenze e strumenti appropriati da affiancare ai prodotti tradizionali” conclude Carlo Benetti.
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