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Global Balanced Risk Control Fund

Global Balanced Risk Control Fund - 30 settembre 2015

14 Ottobre 2015 17:45
financialounge -  Global Balanced Risk Control Fund Morgan Stanley
Rassegna di Mercato

Stati Uniti: Ai primi di ottobre l’Institute for Supply Management ha comunicato che l’indice dei direttori d’acquisto (Pmi) per il settore manifatturiero statunitense ha raggiunto quota 50,2 a settembre, in leggero calo rispetto al 51,1 di agosto. Rallenta invece la crescita nei nuovi ordinativi, nella produzione e nell’occupazione. In termini destagionalizzati, le vendite al dettaglio nel mese di agosto sono state pari a 447,7 miliardi di dollari, un incremento dello 0,2% rispetto a luglio e del 2,2% rispetto allo stesso mese del 2014. Il Bureau of Labor Statistics ha affermato che a settembre l’occupazione non agricola è aumentata di 142.000 unità e che il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 5,1%. Si è registrato un aumento dell’occupazione nel settore sanitario e in quello informatico, contrapposto a una diminuzione nel settore minerario. Nei 12 mesi ad agosto 2014 l’inflazione si è attestata allo 0,2% in termini non destagionalizzati. Al netto dei prezzi di generi alimentari ed energia, il dato corrispondente risulta dell’1,8%. L’indice Msci Usa ha perso il -2,70% in dollari statunitensi e il -2,51% in euro.
Europa: Nell’area euro le condizioni generali stanno migliorando. Il PMI Markit riferito al settore manifatturiero dell’area euro ha registrato un calo marginale dal 52,3 di agosto al 52,0 a settembre. Il settore manifatturiero francese è tornato a crescere. La Grecia è l’unico paese nell’area euro che continua a registrare una contrazione dell’attività manifatturiera. Secondo la seconda stima di Eurostat, nel secondo trimestre del 2015 il Pil è cresciuto dello 0,4% sia nell’Eurozona sia in tutta l’Unione europea (UE). In una nota a parte Eurostat ha indicato che la produzione industriale è cresciuta dello 0,6% nell’area euro nel mese di luglio, pur segnando un aumento dell’1,9% su base annua. Per l’Unione nel complesso i dati corrispondenti sono stati 0,3% e 1,8%. L’inflazione annua nell’Eurozona ad agosto è scesa allo 0,1%, mentre a livello di UE si è attestata allo 0,0%. L’indice Msci Europe è arretrato del 4,28% in euro (-4,47% in dollari statunitensi).
Giappone: All’inizio di ottobre, il Giappone ha segnalato una leggera flessione dell’indice Pmi per il settore manifatturiero nazionale, dal 51,7 di agosto al 51,2 di settembre, indicando un rallentamento dell’attività. Ciò nonostante, la spesa complessiva delle famiglie su base annua ad agosto è balzata al 2,9%, dopo la flessione dello 0,2% registrata a luglio. L’indice generale dei prezzi al consumo (Cpi) in Giappone ha registrato un rialzo dello 0,2% sia per il mese di agosto sia su base annua. Ad agosto la produzione industriale ha perso lo 0,5% su base mensile, mentre il calo per il mese di luglio è stato rivisto allo 0,8%. L’output su base annua è aumentato dello 0,3%, dopo il dato invariato di luglio. In base a una seconda stima del Cabinet Office, nel secondo trimestre 2015 il Pil reale è calato dello 0,3%, ovvero a un tasso dell’1,2% su base annua. La stima precedente segnava, rispettivamente, lo 0,4% e l’1,6%. L’indice Msci Japan ha reso il -7,89% in yen e il -6,49% in euro.

Attività del portafoglio

Per tutto il mese di settembre abbiamo lasciato invariata l’esposizione azionaria al 9,5%, mantenendo una posizione del 2,5% sull’oro a fronte della perdurante volatilità. L’attenzione degli investitori è rimasta puntata sui segni di rallentamento della crescita economica globale e sulla volatilità dei mercati finanziari cinesi.

Strategia e prospettive

I mercati globali hanno continuato a evidenziare una forte volatilità, scontando il rallentamento dell’economia cinese e il suo impatto sui mercati emergenti esportatori di materie prime. La decisione della Fed di mantenere invariati i tassi d’interesse nonostante gli indicatori economici interni ragionevolmente forti ha pesato sulla fiducia degli investitori. L’incertezza riguardo ai tempi e alla frequenza degli aumenti dei tassi d’interesse statunitensi permane; la Fed guarda alle pressioni disinflazionistiche nel breve periodo e ai rischi derivanti dalla Cina e da altri mercati emergenti. A nostro parere le valutazioni azionarie, dopo l’ondata di vendite di quest’estate, appaiono interessanti, ma sono ancora possibili picchi di volatilità nel breve periodo, per cui manteniamo una certa cautela riguardo all’esposizione azionaria.

 

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