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Investimenti, l’ombra dell'affitto con riscatto sul risparmio gestito

8 Ottobre 2015 09:36

financialounge -  italia mutui settore immobiliare
affitto con riscatto (in inglese rent to buy) sta salendo rapidamente la classifica di gradimento anche in Italia. E, alla lunga, potrebbe (o, meglio, dovrebbe) preoccupare anche gli addetti ai lavori del risparmio gestito. Le ragioni del successo del rent to buy sono molteplici, ma le due principali possono essere riassunte in comodità ed economicità.

Il contratto prevede infatti di abitare l’immobile in affitto sostenendo un canone mensile superiore a quello che si pagherebbe per un contratto di affitto standard con il vantaggio di poter scontare una parte di quanto versato sul valore del prezzo di acquisto dell’immobile, concordato all’inizio del contratto stesso. Ciò consente quindi a molte famiglie di poter progettare l’acquisto della casa senza l’impegno diretto né di un capitale disponibile né tramite un mutuo, ma concordando tempi, rate e costo finale.

In pratica il contratto rent to buy consente di coniugare le peculiarità della locazione con quelle tipiche della compravendita: una caratteristica che lo rende particolarmente invitante alla luce di questa profonda crisi economica che sta ingessando le iniziative di tante famiglie intenzionate all’acquisto di un immobile. Certo è necessario stabilire nei dettagli il contratto e, successivamente, pagare con regolarità perché, in caso di inadempimenti sono dolori.

Se chi è in affitto non rispetta gli accordi, il proprietario dell’immobile ha diritto a trattenere per intero i canoni versati e, se previsti, anche delle penalità a carico dell’inquilino moroso. Nel caso in cui sia invece il proprietario a rescindere il contratto di affitto con riscatto, l’affittuario ha diritto alla restituzione della quota di canone extra calcolati per contratto maggiorati degli interessi legali.

Dettagli maggiori possono essere inclusi nel contratto che è regolato dal decreto Dl 133/14 che stabilisce tutti gli effetti civilistici. Grazie a questo decreto, che ha colmato un vuoto normativo in Italia, il contratto di affitto con riscatto può ora diffondersi sul mercato. Una tipologia di contratto che potrebbe contribuire a far ripartire il segmento immobiliare italiano, da circa otto anni alle prese con le implicazioni della crisi e che deve essere seguito con attenzione anche dall’industria dell’asset management: infatti una parte cospicua dei flussi di investimento che negli ultimi mesi si sta riversando sui fondi comuni, sulle sicav e sulle gestioni patrimoniali non riesce a trovare sbocchi sul mercato immobiliare.

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