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Fondi obbligazionari

Un solo fondo, 24 diverse idee di investimento

24 Settembre 2015 10:01
financialounge -  Fondi obbligazionari Invesco Invesco Global Targeted Returns Fund opportunità di investimento
Lo scenario di fondo dei mercati non è affatto dei più semplici. Intendiamoci, non è che in passato ci siano state fasi dove era facile assumere decisioni di portafoglio. Solo che la situazione attuale è davvero complessa sia dal punto di vista macro economico che da quello dei fondamentali dei mercati.

Dal punto di vista macro, se gli Stati Uniti mostrano un buon stato di salute nel suo insieme (sebbene su ritmi di crescita inferiori alle precedenti fasi di espansione economica degli ultimi decenni), l’Europa sta ancora faticando ad uscire da una lunga crisi economica e il Giappone, nonostante lo sforzo della propria banca centrale, non è riuscito ad imporre un ritmo di crescita realmente apprezzabile. Poi, su tutto, c’è l’incognita della Cina: il solo pensiero che il colosso asiatico possa decelerare quest’anno (dal +7,4% del 2014 al 7%) sta facendo tremare i mercati. Infine, ma non certo ininfluenti, ci sono i paesi emergenti che fanno fatica a riprendere smalto.

Sul versante dei mercati finanziari oltre a questa situazione macro economica non certo rassicurante, si addensano i timori di utili aziendali e margini operativi che, in alcuni casi (Stati Uniti) sembrano aver raggiunto livelli difficilmente superabili se non in modo frazionale e per singoli settori. Inoltre c’è la consapevolezza che l’espansione degli indici di Borsa degli ultimi anni sia avvenuta soprattutto con un aumento dei multipli (p/e, cioè prezzo – utili, e p/bv, prezzo – patrimonio netto) il che rende le Borse molto meno convenienti di 18-24 mesi fa.

Il mercato obbligazionario, dal canto suo, è ancora più caro di quello azionario, con i tassi di interesse sui minimi storici (in diversi casi a zero o addirittura negativi) e che rischiano di rimanerci per parecchio tempo. Ecco perché trovare un’idea di investimento capace di generare valore risulta essere sempre più sfidante per gli stessi addetti ai lavori. Basti pensare, per fare un esempio concreto, al dollaro USA che tutti pronosticavano in ulteriore ascesa a inizio anno sulle ali dell’atteso rialzo dei tassi da parte della Fed. La Banca centrale americana, invece, con la decisione di giovedi 17 settembre, ha rimandato il tutto a data da destinarsi facendo scivolare il biglietto verde rispetto alle altre principali valute internazionali. Quanto sopra implica come immediata conseguenza che non è sufficiente individuare delle potenziali idee di investimento ma è indispensabile soppesarne la validità in diversi contesti e misurarne gli impatti qualora vengano effettivamente implementate in un portafoglio diversificato.

Ed è proprio questo l’obiettivo del team di gestione del fondo [tooltip-fondi codice_isin="lu1004132566"]Global Targeted Returns[/tooltip-fondi] (GTR) di Invesco che vaglia le possibili idee di investimento, che, una volta selezionate nel portafoglio, vengono costantemente monitorate in termini di rendimento e di rischiosità. A fine luglio 2015, per esempio, il fondo contava su 24 diverse idee di investimento, due delle quali inerenti al credito, 8 all’azionario, 5 al valutario, 6 ai tassi di interesse e le restanti tre focalizzate sulla volatilità di specifici mercati. L’abilità nell’individuare le più disparate idee di investimento è finalizzata ad ottenere un rendimento positivo con oscillazioni del valore della quota piuttosto contenute. L’obiettivo del fondo è infatti quello di generare una performance di 5 punti percentuali all’anno al di sopra del tasso Euribor a tre mesi (che rappresenta il tasso di mercato monetario) con una volatilità inferiore alla metà di quella dell’indice delle Borse mondiali in un arco temporale di osservazione di almeno tre anni, il periodo di tempo suggerito per l’adesione a questo comparto.

Il fondo, dal 18 dicembre 2013 (data del suo lancio sul mercato) all’11 settembre scorso, ha accumulato un apprezzamento complessivo del valore della quota del 10,18% che si confronta con il +0,23% dell’Euribor a tre mesi; sebbene il rendimento obiettivo (5% al di sopra del tasso monetario di mercato privo di rischio annuo su un periodo di almeno tre anni) non possa essere garantito e per quanto ai primi tre anni di attività manchino ancora 15 mesi, la traiettoria del rendimento sta seguendo quella del “target”. Non solo. Sempre dal lancio all’11 settembre scorso, la volatilità annualizzata del fondo si è attestata al 4,43%; si tratta di un livello in linea con quella dei fondi flessibili, ben al di sotto di quella dei fondi bilanciati (7,66%)e, soprattutto, molto meno della metà della volatilità delle Borse mondiali (15,48%).

Inoltre, sebbene la volatilità sia risultata superiore a quella dell’indice di fondi obbligazionari (2,88%), l’indice di Sharpe (che misura l’extra rendimento rispetto al tasso di mercato privo di rischio in relazione alla volatilità del fondo) dimostra che la quantità di maggiore rischio assunto dal team di gestione del GTR fund ha prodotto in proporzione più rendimento anche rispetto al mercato obbligazionario, oltre all’indice delle Borse mondiali e di quello dei fondi bilanciati.
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