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China Pork Index

I maiali salvano la Cina dalla deflazione

11 Settembre 2015 09:11
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In tutto il mondo l’acronimo CPI sta per Consumer Price Index, l’indice dei prezzi al consumo che misura l’inflazione. O, nei tempi che corrono, quando è preceduto dal segno meno, la deflazione, ormai nemico dichiarato di tutte le grandi economie. Ma non in Cina.

Qui CPI ormai vuol dire China Pork Index. Il prezzo della carne di maiale, di cui i cinesi come si sa fanno larghissimo consumo, è alle stelle, causa la scarsità della materia prima, i suini appunto. E proprio il prezzo del maiale tiene da solo in piedi l’inflazione al consumo cinese: in agosto il Pork Index è schizzato, sfiorando il 20% di aumento rispetto a un anno prima. E ha contribuito in modo determinante a portare l’inflazione al 2%, più 0,4% rispetto all’agosto del 2014, mettendo a segno il terzo rialzo mensile consecutivo. Il 2% è considerato, non solo in Cina, il livello di sicurezza anti-deflazione.

Non a caso è proprio il target di inflazione desiderato dalla Federal Reserve americana. I prezzi alimentari contano ancora moltissimo nel calcolo dell’inflazione cinese, a differenza di quanto avviene in economie più avanzate. E l’andamento del mercato, dove continuano a scarseggiare i suini, dovrebbe garantire un’inflazione a livello di sicurezza anche per il 2016.
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