Pensioni, assegno più magro dal prossimo anno

L’aspettativa di vita degli italiani tende continuamente ad aumentare. Basti pensare che negli ultimi 20 anni l’aumento della speranza di vita (ovvero la durata media della vita dei cittadini e delle cittadine del nostro paese) è aumentato di ben quattro anni. Tuttavia, se questa rappresenta una indubbia buona notizia sul fronte della salute, lo è di meno su quello delle pensioni pubbliche: dal prossimo anno l’assegno INPS sarà più magro.
Infatti con la revisione dei coefficienti utilizzati per trasformare il montante contributivo nell’importo INPS spettante al lavoratore che smette di lavorare, dal 2016 gli assegni previdenziali dei neo-pensionati sarà inferiore, a parità di altre condizioni, ai loro omologhi che andranno in pensione entro il prossimo 30 novembre.

Facciamo un esempio pratico.
Se un lavoratore che entro il 30 novembre 2015 compie 67 anni (l’attuale età per la pensione di vecchiaia) e accumula un montante contributivo (ovvero la somma rivalutata negli anni di tutti i contributi previdenziali versati) di 250 mila euro, maturerebbe una pensione lorda annua pari a 14.565 euro: lo stesso soggetto che compisse 67 anni a gennaio 2016 con lo stesso montante contributivo (250 mila euro), maturerebbe invece soltanto 14.250 euro di pensione lorda annua.

Questa differenza è frutto, per l’appunto, dei nuovi coefficienti di trasformazione legati alle aspettative di vita: se queste, come tutto lascia prevedere, tenderanno ad aumentare nei prossimi anni, le pensioni maturate dai nuovi pensionati saranno destinate ad essere sempre più magre. Ecco perché i consulenti finanziari sottolineano l’importanza di includere nelle esigenze da soddisfare anche quelle di tipo previdenziali in modo da mettere a punto soluzioni capaci di coprire sia le necessità di tipo strettamente finanziario della famiglia, sia le scoperture pensionistiche che saranno sempre più ampie nel corso dei prossimi anni.