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Cina, perché il PIL cresce ma sembra insostenibile

16 Luglio 2015 13:03
financialounge -  cina Craig Botham esportazioni importazioni PIL Schroders
Sebbene la Cina abbia superato le attese della City per la crescita del PIL nel secondo trimestre del 2015, con un +7% su base annuale, stesso dato registrato nei tre mesi precedenti, Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders, ritiene che questa ripresa non sembra poggiare su basi solide.

Al momento non sono disponibili dati più dettagliati ma, secondo l’economista vale la pena sottolineare che nel primo trimestre l’ottimo andamento del settore finanziario ha contribuito per circa lo 0,5% alla crescita del PIL, grazie alla performance dei servizi di brokeraggio, legati al rally del mercato azionario. Sebbene tale rally si sia bruscamente interrotto a metà giugno, tale voce probabilmente ha sovraperformato per la maggior parte del secondo trimestre.


“A nostro avviso, una crescita del PIL basata su una bolla del mercato azionario non è sostenibile e, date le probabilità di una performance più debole dei listini nel terzo trimestre, non ci aspetteremmo un nuovo shock positivo del PIL nei prossimi mesi” puntualizza Craig Botham. Come nel primo trimestre, probabilmente anche negli ultimi tre mesi le esportazioni nette hanno contribuito considerevolmente alla crescita del PIL. Ma, proprio come nel primo trimestre, ciò non è dovuto a un’ottima performance delle esportazioni (che sono diminuite su base annuale), ma al debole dato delle importazioni, grazie ai bassi prezzi delle materie prime. Anche in questo caso, non si tratta certo di una fonte sostenibile di crescita: un’economia più forte inizierà ad aver bisogno di maggiori importazioni e le commodity non saranno per sempre economiche.


“Quindi, seppur la Cina abbia sconfitto gli scettici per il momento, non vediamo molti dati incoraggianti circa il futuro della sua economia. Sembra che la performance nel secondo trimestre sia stata costruita su fondamenta instabili, piuttosto che sulla “roccia” di una crescita sostenibile. Nella parabola biblica, la casa costruita sulla sabbia è crollata per il tempo avverso. La Cina potrebbe non dover incorrere nello stesso destino, ma alla fine, tutti i castelli di sabbia si disgregano” è la conclusione a cui giunge l’economista.
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