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Mercati obbligazionari, la volatilità è un plus per i gestori attivi

18 Giugno 2015 14:16
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I mercati obbligazionari sono stati colpiti da importanti movimenti di mercato nel corso delle ultime nove settimane. Secondo diversi attenti osservatori, valutando le ragioni che possono giustificare la recente volatilità, è probabile che le oscillazioni possano proseguire.


A metà aprile il benchmark a 10 anni dei titoli di Stato tedeschi sembrava avviato a scendere sotto lo zero di rendimento. Poi, però, i tassi hanno iniziato improvvisamente a risalire e, peraltro, ad un ritmo piuttosto sostenuto al punto che ora il bund decennale oscilla introno al punto percentuale di rendimento. Nello stesso periodo, il rendimento dei gilt britannici (i titoli di stato del Regno Unito) sono saliti dall’1,55% al di sopra del 2%. La gravità di un tale sell-off (vendita massiccia di titoli sul mercato senza limitazione di prezzo e di quantità) ha colpito i portafogli obbligazionari scuotendo le ragioni che fino a pochi mesi fa avevano giustificato l'accumulo di posizioni sulla parte medio lunga del reddito fisso euro e USA.


Ma quali potrebbero essere le motivazioni di questa brusca inversione di tendenza osservata sul mercato obbligazionario? Secondo Scott Thiel, Deputy Chief Investment Officer of Fixed Income di BlackRock si possono considerare almeno tre importanti punti.
“Innanzitutto la deflazione sembra archiviata. All'inizio del 2015, le aspettative di inflazione erano depresse, in particolare l'Europa. Un rimbalzo imprevisto del prezzo del petrolio nel mese di aprile ha ridotto quasi a zero la prospettiva di una deflazione facendo al contrario lievitare le aspettative di inflazione: improvvisamente, il possesso di titoli con tassi di interesse estremamente bassi o addirittura di negativi aveva poco senso” spiega il manager che poi passa al secondo punto: le economie degli Stati Uniti e del Regno Unitoche avrebbero dovuto continuare a sovraperformare: “Gli Stati Uniti e il Regno Unito dovevamo adottare la stretta monetaria in virtù delle rispettive economie rafforzate. Al contrario, una serie di dati economici deboli relativi al primo trimestre di quest’anno di Stati Uniti e Regno Unito, insieme a dati europei che hanno sorpreso al rialzo, ha messo in discussione l’idea iniziale degli investitori che, di conseguenza, sono diventati nervosi”.


Infine, e siamo al terzo punto, esisteva la convinzione che la Banca Centrale Europea(BCE) non avrebbe avuto un numero abbastanza sufficiente di obbligazioni da acquistare sul mercato. Tuttavia, nel tentativo di approfittare dei minori oneri finanziari è stato incrementato l’ammontare di un certo numero di emissioni di debito statale: la scarsità prevista di obbligazioni non si è pertanto concretizzata visto, che il saldo di emissioni nette di titoli di Stato della zona euro è diventato positivo a maggio.


“Come è emerso chiaramente queste tre ipotesi si sono rivelate più o meno infondate, determinando la vendita massiccia dei titoli a reddito fisso sul mercato“ precisa Scott Thiel che conclude indicando alcuni suggerimenti operativi: “È importante ricordare che i gestori attivi vedono la volatilità come una buona situazione capace di creare opportunità. Tuttavia, se l'obiettivo di un gestore attivo è quello di battere un punto di riferimento (benchmark), ritengo che le attuali condizioni di mercato suggeriscano un approccio di gestione flessibile. Con questo intendo dire che gli investitori dovrebbero avere la possibilità di utilizzare strumenti finanziari derivati e dovrebbero essere nelle condizioni di utilizzare la più ampia opportunità possibile per impostare un portafoglio capace di protegge da improvvisi movimenti di mercato prima che accadano”.


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