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International Editor's Picks - 15 giugno 2015

15 Giugno 2015 13:55
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E se alla fine fossero le uova a far decidere la Yellen?
Il mercato si interroga su quando la Fed alzerà i tassi e uno dei dati più osservati con attenzione è quello sull’inflazione. Settimana scorsa il dipartimento al Commercio Usa ha diffuso l’indice dei prezzi all’ingrosso in Maggio: un balzo dello 0,5% sul mese che si trasferirà ai prezzi al consumo in quelli successivi. La causa è duplice, da un lato il rimbalzo del prezzo del petrolio nei mesi precedenti che si è trasferito alla benzina, dall’altro le uova. L’influenza aviaria che sta infestando il Mid-West ha portato alla morte o all’abbattimento di milioni di galline ovaiole, l’offerta si è contratta bruscamente mentre la domanda no, con gli americani costretti a importare uova dall’Olanda per il loro breakfast. Con la conseguenza di prezzi schizzati del 43%. Potrebbe essere la goccia, anzi l’uovo, che fa traboccare il vaso della pazienza della chairwoman della Federal Reserve?

Le Porsche e le Ferrari abbandonate di Dubai
Molte città hanno un problema di rifiuti abbandonati da smaltire, ma solo a Dubai riguarda auto extra lusso – Ferrari, Porsche, Lamborghini – mollate a volte ancora con le chiavi nel cruscotto e coperte di polvere nei parcheggi che circondano l’aeroporto. Il problema esiste da anni, riporta la stampa del Golfo con la testimonianza fotografica del fenomeno, dovuto all’arrivo di tempi duri, si fa per dire, anche negli Emirati Arabi Uniti, dove le auto extra lusso, soprattutto italiane e tedesche, hanno sempre costituito il complemento necessario di uno status symbol acquisito grazie al boom del mercato immobiliare che ora sta rallentando. E così migliaia di auto tra le più belle e costose del mondo sono abbandonate in aeroporto da stranieri o anche locali che sono passati dalla ricchezza all’essere inseguiti dai creditori. A Dubai anche un assegno scoperto è un reato penale punito duramente e, quando sente il pericolo arrivare, l’ex milionario corre in aeroporto per saltare sul primo volo e non tornare più mollando la Porsche in parcheggio con le chiavi dentro.

Zimbabwe, dove i trilioni non valgono un cent
Da oggi in Zimbabwe sarà possibile, dopo anni, cambiare in banca la moneta locale in dollari. Il biglietto verde potrà sostituire nella vita di tutti i giorni il dollaro zimbabwese ma, saranno in pochi a farlo. Il tasso di cambio infatti, è così alto che ci vorranno centinaia di trilioni per arrivare a una sola banconota da $1. Lo riporta Fox News, ricordando che la moneta locale è stata abbandonata al suo destino da anni, dopo che l’inflazione ha toccato l’incredibile tasso di 230 milioni per cento. La banca centrale ha continuato a stamparla, ma l’unico mercato interessato è stato quello dei collezionisti. I venditori di strada rifiutavano anche banconote da 100 trilioni per l’acquisto di pochi cent di dollaro americano. Quello zimbabwese al massimo era usato come concime, anche se qualcuno li tiene da parte per farli vedere ai nipoti. E poi ci sono i collezionisti, disposti a pagare qualche centesimo in più di quello che offre il governo agli sportelli bancari.
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