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Le ragioni dell’ottimismo sull‘economia USA

22 Maggio 2015 09:50
financialounge -  consumi Eurozona USA Yves Longchamp
“Sull‘economia statunitense si sta addensando qualche nube che, stando alle aspettative di mercato, rende più probabile un rialzo dei tassi verso fine anno piuttosto che nell‘immediato: guardando oltre le nubi, restiamo ottimisti sull‘economia USA e ci attendiamo che il ciclo di inasprimento dei tassi abbia inizio prima di quanto previsto” è il commento alla situazione attuale dei mercati formulato da Yves Longchamp, Head of Research di ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, secondo il quale, nonostante i problemi della Grecia, la ripresa ciclica dell‘Eurozona evidenzia un‘accelerazione.
Lo strategist, nella sua analisi mensile dei mercati, parte dai dati piuttosto deludenti dell’economia USA del mese scorso. Agli inizi di aprile le statistiche sull’occupazione hanno segnato un aumento mensile di sole 126.000 unità, crescendo a un ritmo di circa la metà rispetto ai 12 mesi precedenti. A fine mese, invece, i dati sul PIL hanno mostrato una crescita economica americana limitata allo 0,2 % nel primo trimestre dell‘anno.
“Era previsto un rallentamento dell‘attività economica nei mesi invernali, ma non di questa entità. L‘interrogativo cruciale per gli investitori è se tale rallentamento sia temporaneo e dunque se la Fed sia ancora in grado di attuare un primo rialzo dei tassi nel corso dell‘attuale ciclo. In questo contesto, la dichiarazione rilasciata dal FOMC all‘indomani dell‘ultima decisione di politica monetaria della Fed, il giorno stesso della pubblicazione dei deludenti dati sul PIL, non ha fatto che alimentare la confusione. In sostanza, il comunicato afferma che il rallentamento è per lo più transitorio, lasciando del tutto aperta la possibilità di un inasprimento monetario nel secondo semestre dell‘anno o persino già in giugno” sostiene Yves Longchamp.
Secondo gli esperti di ETHENEA, l‘economia statunitense dovrebbe comunque registrare una progressiva accelerazione nei prossimi mesi. “Stando a un‘ampia gamma di indicatori una recessione appare improbabile, benché si debba riconoscere che il rischio di una debolezza prolungata si è accentuato. Ad esempio, nel mercato del lavoro si osserva un continuo aumento del numero di posti vacanti, una diminuzione delle richieste iniziali di sussidi, ossia del numero di persone che puntano a ottenere l‘indennità di disoccupazione, e una crescita modesta dei salari” puntualizza Yves Longchamp.
Per quanto riguarda poi i consumi privati, che costituiscono il principale motore della crescita statunitense e che nel primo trimestre hanno ristagnato, lo strategist fa presente che la fiducia dei consumatori mostra una tendenza a rafforzarsi e il reddito disponibile è aumentato ulteriormente.
“Gli investimenti, una componente volatile del PIL, hanno registrato una diminuzione nei primi tre mesi dell‘anno unicamente per effetto di una colossale contrazione del 29,6 % (trimestrale annualizzata) degli investimenti nel settore dello shale oil, causata a sua volta dalla debolezza dei prezzi. Le esportazioni hanno subito una significativa flessione ascrivibile alla forza del dollaro. Diversamente dalle altre componenti del PIL, quest‘ultima continuerà verosimilmente a gravare sull‘economia finché perdurerà il vigore del biglietto verde” spiega Yves Longchamp.
Sulla sponda opposta dell‘Atlantico, le economie dell‘Eurozona hanno evidenziato un miglioramento graduale e pressoché generalizzato, con la notevole eccezione della Grecia. Nei quattro maggiori paesi (Germania, Francia, Italia e Spagna), che rappresentano il 75 % circa dell‘economia dell‘area euro, la situazione economica non ha subito variazioni di rilievo. La domanda interna, composta da consumi e investimenti, continua ad acquistare slancio. Il modesto rafforzamento del mercato del lavoro ha contribuito a ripristinare la fiducia dei consumatori. Inoltre, è presente una notevole domanda potenziale di beni durevoli come le automobili. Il miglioramento delle prospettive e l‘alleggerimento delle condizioni di finanziamento (favorito dal QE) dovrebbero dare ulteriore sostegno agli investimenti. Durante l‘ultima conferenza stampa della Banca centrale europea il presidente Mario Draghi ha dichiarato chiaramente che il QE è destinato a proseguire sino al termine annunciato di settembre 2016, garantendo pertanto abbondante liquidità e condizioni monetarie accomodanti nel prossimo futuro.
“I progressi osservati sono riconducibili per la maggior parte alla fiorente economia spagnola. In Italia e Francia, per contro, le prospettive non evidenziano particolari miglioramenti: gli indicatori anticipatori dei consumi e degli investimenti segnalano un ulteriore consolidamento. Infine, in Germania la domanda interna continua a crescere stabilmente allo stesso ritmo degli ultimi trimestri” precisa Yves Longchamp per il quale qualsiasi cosa accada alle trattative tra Atene e Bruxelles, si aspetta che le economie dell‘Eurozona rimangano relativamente ben protette da un contagio greco.
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