Borsa di Tokyo
Giappone, perchè il sole continua a splendere sull’impero
24 Aprile 2015 10:09

ppone, l'attività economica è diminuita nel 2014 dopo l'aumento dell'IVA del nuovo anno fiscale (che nel Sol Levante ha inizio il primo aprile). Gli analisti hanno confrontato l’impatto dell’aumento dell’IVA del 2014 e l'equivalente del 1997 e hanno determinato che quello dello scorso anno ha avuto una valenza maggiore. Inoltre il recente aumento delle esportazioni giapponesi è stato solo temporaneo in quanto i dati di febbraio sono tornati in territorio negativo cancellando di fatto tutti i miglioramenti registrati in dicembre e gennaio. L’insieme di queste condizioni sembrerebbe rendere improbabile un rimbalzo della crescita giapponese nel 2015. Inoltre, dopo il 1 aprile, l'effetto fiscale svanirà e il tasso di inflazione tornerà vicino allo zero mettendo in discussione gli sforzi della Bank of Japan per incrementare i prezzi al consumo fino a due punti percentuali.
Eppure, nonostante questi dati non propriamente positivi, l’Equity Research di Credit Suisse resta convinto che il Giappone possa essere una Borsa ancora molto interessante.
“Il Giappone è stata la nostra più grande posizione azionaria in sovrappeso di quest'anno e nonostante abbia registrato ottime performance alziamo il nostro target sul Nikkei 225 di fine anno portandolo a quota 22.000 punti” fanno sapere gli esperti di Credit Suisse per i quali emergono fattori di sostegno al listino di Tokyo al punto da piazzare la Borsa del Giappone al primo posto nella graduatoria mondiale in base ai punteggi interni messi a punto dalla casa d’investimento elvetica mentre l’Europa è al secondo posto. “Vediamo una probabilità molto alta di una accelerazione del ritmo del QE della Bank of Japan. Inoltre il contesto del Giappone nel 2015 è destinato a rimanere caratterizzato da una combinazione di politica monetaria accomodante e una fiscale agevolata” fanno sapere i professionisti di Credit Suisse che ritengono inoltre probabile una forte stagione di utili.
Non soltanto per lo yen debole che facilita le esportazioni e l’incremento dei margini aziendali. “Spicca un miglioramento della liquidità in cassa alle imprese, il riacquisto di azioni proprie e la maggiore predisposizione ad acquisizioni. In pratica, le imprese giapponesi si stanno concentrando sul profitto per creare maggiore valore per gli azionisti. Inoltre si sta dispiegando un fenomeno nuovo per il mercato giapponese: l’avvicendamento dei lavoratori anziani con quelli giovani (spesso anche tramite part time) che consente alle società di ridurre in modo significativo il costo del lavoro” puntualizzano gli esperti dell’Equity Research di Credit Suisse.
Inoltre la rotazione dei portafogli domestici (significativamente esposti sul reddito fisso giapponese e poco sull’azionario) è stata ancora minima mentre, nonostante il rialzo degli indici azionari giapponesi, il rapporto prezzo / utili (p/e) resta inferiore sia quello dell’equity Europa che di Wall Street.
Eppure, nonostante questi dati non propriamente positivi, l’Equity Research di Credit Suisse resta convinto che il Giappone possa essere una Borsa ancora molto interessante.
“Il Giappone è stata la nostra più grande posizione azionaria in sovrappeso di quest'anno e nonostante abbia registrato ottime performance alziamo il nostro target sul Nikkei 225 di fine anno portandolo a quota 22.000 punti” fanno sapere gli esperti di Credit Suisse per i quali emergono fattori di sostegno al listino di Tokyo al punto da piazzare la Borsa del Giappone al primo posto nella graduatoria mondiale in base ai punteggi interni messi a punto dalla casa d’investimento elvetica mentre l’Europa è al secondo posto. “Vediamo una probabilità molto alta di una accelerazione del ritmo del QE della Bank of Japan. Inoltre il contesto del Giappone nel 2015 è destinato a rimanere caratterizzato da una combinazione di politica monetaria accomodante e una fiscale agevolata” fanno sapere i professionisti di Credit Suisse che ritengono inoltre probabile una forte stagione di utili.
Non soltanto per lo yen debole che facilita le esportazioni e l’incremento dei margini aziendali. “Spicca un miglioramento della liquidità in cassa alle imprese, il riacquisto di azioni proprie e la maggiore predisposizione ad acquisizioni. In pratica, le imprese giapponesi si stanno concentrando sul profitto per creare maggiore valore per gli azionisti. Inoltre si sta dispiegando un fenomeno nuovo per il mercato giapponese: l’avvicendamento dei lavoratori anziani con quelli giovani (spesso anche tramite part time) che consente alle società di ridurre in modo significativo il costo del lavoro” puntualizzano gli esperti dell’Equity Research di Credit Suisse.
Inoltre la rotazione dei portafogli domestici (significativamente esposti sul reddito fisso giapponese e poco sull’azionario) è stata ancora minima mentre, nonostante il rialzo degli indici azionari giapponesi, il rapporto prezzo / utili (p/e) resta inferiore sia quello dell’equity Europa che di Wall Street.
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