dividendi
Idee di investimento - Azioni - 7 aprile 2015
7 Aprile 2015 09:00
rcati finanziari, le asset class più rischiose (azioni e credito) dovrebbero beneficiare dell’ingente liquidità garantita dalla banche centrali, mentre il pericolo principale sarà riuscire a tenere sotto controllo la volatilità, destinata ad avere sollecitazioni al rialzo anche per le potenziali tensioni geopolitiche. Ad esprimere questa convinzione è Regina Borromeo, portfolio manager del fondo Legg Mason Brandywine Global Income Optimiser nell’articolo “Attenti alla potenziale accelerazione della volatilità”.
È anche vero, però, che, di solito, le fasi toro sono caratterizzate da una volatilità di mercato più contenuta rispetto alla media mentre quelle orso sono contraddistinte da una variabilità più accentuate delle quotazioni. Proprio quest’ultima particolarità, però, può essere sfruttata per cogliere opportunità durante una fase rialzista di lungo termine. In pratica se il trend di fondo è orientato al rialzo allora i periodi di tensione sui mercati, legati a eventi non strutturali ma momentanei, possono essere sfruttati a proprio vantaggio. “In questo nuovo e difficile scenario, sono avvantaggiati i gestori che adottano approcci e tecniche alternativi realmente globali ed estremamente reattivi. Strategie lievemente direzionali ed essenzialmente relative value sono indispensabili per ottenere buone performance, in quanto, oggi, è possibile trovare valore trasversalmente in asset class, mercati, settori, etc” sottolinea Vincent Chailley, Chief Investment Officer H2OAsset Management (gruppo Natixis Global Asset management), nell’articolo “Perché i picchi di volatilità possono offrire opportunità”. Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, dal canto suo, si rende perfettamente conto che le iniezioni di liquidità delle banche centrali stanno spingendo le valutazioni di mercato su livelli elevati in tutte le asset class e, per questo, avverte che è necessario scegliere attentamente i mercati e i titoli in cui investire e, al contempo, restare vigili per individuare per tempo eventuali punti di inflessione. Lo strategist, come spiega nell’articolo “Meno dollari e più asset class rischiose”, nel complesso resta comunque generalmente positivo nei confronti dei titoli rischiosi perché le politiche monetarie rimangono espansive e la crescita mondiale si sta stabilizzando grazie alle migliori prospettive economiche dell’eurozona.
A proposito di Eurolandia, investire ora nella zona euro e in particolare in Italia è, probabilmente, una buona scelta a medio lungo termine. Lo ha spiegato John Greenwood, Capo Economista di Invesco nell’articolo “L’era a tasso zero schiude tante opportunità da cogliere”, sottolineando l’importanza della ritrovata stabilità politica e il trend positivo delle riforme già attuale e da attuare; secondo l’economista, tuttavia, tutto dipenderà dalla ripartenza della domanda interna: solo una forte riaccelerazione dei consumi interni renderà l’economia della zona euro e l’Italia sostenibili e calamiterà in modo permanente gli investimenti.
Anche il team Economics Research di Credit Suisse, nell’articolo “Italia, con le riforme è possibile un Nuovo Rinascimento” delinea un futuro più luminoso per il nostro paese ma a precise condizioni. “Guardando al futuro, l'Italia deve concentrarsi sulla piena attuazione del pacchetto di riforme complessive, ricordando che il loro vero successo non si ferma a livello legislativo, ma ha bisogno che si trasmetta alla pubblica amministrazione, alle amministrazioni locale e quindi anche all'economia in generale” fanno sapere gli esperti del Team che poi concludono: “Guardando oltre il breve termine, gli sforzi principali sono ancora necessari nel campo dell'istruzione, in quello della lotta alla corruzione, nell’ambito delle nuove tecnologie e nella sinergia complessiva di intenti tra il pubblico e il settore privato: un quadro d’insieme che favorirebbe un nuovo rinascimento italiano viste le potenzialità inespresse del paese”.
Allargando l’orizzonte alle altre possibili potenzialità ancora inespresse, ne figurano due che spesso, al contrario, sono indicate come investimenti a forte rischio correzione: l’azionario tedesco e il settore farmaceutico. Nell’articolo “Perché la Borsa di Francoforte non è cara”, gli esperti di ETHENEA spiegano come l’indice DAX, che risulta in rialzo di oltre 20 punti percentuali da inizio anno e sia sui massimi storici intorno ai 12.000 punti, possa raggiungere i 13.500 entro quest’anno e spingersi fino a 17mila punti nel 2016.
Claudio Borrelli, Head of Equity Research di Union Bancaire Privée (UBP), invece, nell’articolo “Settori di Borsa, perchè l’healthcare resta sotto i riflettori” sostiene che, benché le valutazioni del settore healthcare siano tirate, tale comparto resta ancora attraente rispetto alla media di mercato. Il manager ricorda come i trend demografici e la produttività derivante dall’attività di Ricerca e Sviluppo offrano uno scenario rialzista mentre, nel caso di un’inversione di rotta del mercato, l’healthcare dovrebbe trarre vantaggio dal suo profilo difensivo (a un multiplo inferiore rispetto al settore dei prodotti di prima necessità).
Infine, cresce il numero di gestori che orientano le proprie attenzioni verso il mercato azionario alla ricerca di opportunità di investimento capaci di combinare una solidità patrimoniale e reddituale con la distribuzione di un dividendo generoso e sostenibile. “A livello internazionale, le aziende presentano in media fondamentali forti e dispongono di riserve di contante cumulate sui loro bilanci per un totale di oltre dieci mila miliardi di franchi svizzeri. Molte società sono quindi in grado di pagare i dividendi e/o riacquistare le azioni senza intaccare la forza dei propri fondamentali. Le compagnie con flussi interessanti di capitale libero e bilanci solidi, che puntano in futuro sulla crescita dei dividendi e sui riacquisti di azioni, tendono a ottenere plusvalenze nel lungo periodo. Inoltre, queste aziende offrono al portafoglio stabilità ed entrate, grazie a una tradizione pluriennale di dividendi solidi e sostenibili” spiegano Carlo Capaul e Alain Beyeler, gestori del fondo JB Global Equity Income di Swiss & Global Asset Management nell’articolo “L’alternativa ai tassi obbligazionari a zero”.
Per beneficiare di questo trend non è tuttavia sufficiente investire indiscriminatamente sui titoli con dividendi elevati: è infatti essenziale comprendere l’effettiva sostenibilità dei dividendi, che in caso contrario potrebbero risultare inferiori rispetto alle aspettative, penalizzando così la performance. In quest’ottica, affidare al gestore un mandato globale senza restrizioni geografiche, affinchè il bilancio e il potenziale futuro di ciascuna società sia attentamente analizzato è certamente preferibile rispetto al fai-da-te. Una soluzione efficace può essere offerta, com’è argomentato nell’articolo “Il fondo azionario per coniugare crescita e reddito”, dal comparto FF Global Dividend Fund di Fidelity Woldwide Investment che seleziona, su base globale, società che staccano dividendi elevati e in crescita.
È anche vero, però, che, di solito, le fasi toro sono caratterizzate da una volatilità di mercato più contenuta rispetto alla media mentre quelle orso sono contraddistinte da una variabilità più accentuate delle quotazioni. Proprio quest’ultima particolarità, però, può essere sfruttata per cogliere opportunità durante una fase rialzista di lungo termine. In pratica se il trend di fondo è orientato al rialzo allora i periodi di tensione sui mercati, legati a eventi non strutturali ma momentanei, possono essere sfruttati a proprio vantaggio. “In questo nuovo e difficile scenario, sono avvantaggiati i gestori che adottano approcci e tecniche alternativi realmente globali ed estremamente reattivi. Strategie lievemente direzionali ed essenzialmente relative value sono indispensabili per ottenere buone performance, in quanto, oggi, è possibile trovare valore trasversalmente in asset class, mercati, settori, etc” sottolinea Vincent Chailley, Chief Investment Officer H2OAsset Management (gruppo Natixis Global Asset management), nell’articolo “Perché i picchi di volatilità possono offrire opportunità”. Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, dal canto suo, si rende perfettamente conto che le iniezioni di liquidità delle banche centrali stanno spingendo le valutazioni di mercato su livelli elevati in tutte le asset class e, per questo, avverte che è necessario scegliere attentamente i mercati e i titoli in cui investire e, al contempo, restare vigili per individuare per tempo eventuali punti di inflessione. Lo strategist, come spiega nell’articolo “Meno dollari e più asset class rischiose”, nel complesso resta comunque generalmente positivo nei confronti dei titoli rischiosi perché le politiche monetarie rimangono espansive e la crescita mondiale si sta stabilizzando grazie alle migliori prospettive economiche dell’eurozona.
A proposito di Eurolandia, investire ora nella zona euro e in particolare in Italia è, probabilmente, una buona scelta a medio lungo termine. Lo ha spiegato John Greenwood, Capo Economista di Invesco nell’articolo “L’era a tasso zero schiude tante opportunità da cogliere”, sottolineando l’importanza della ritrovata stabilità politica e il trend positivo delle riforme già attuale e da attuare; secondo l’economista, tuttavia, tutto dipenderà dalla ripartenza della domanda interna: solo una forte riaccelerazione dei consumi interni renderà l’economia della zona euro e l’Italia sostenibili e calamiterà in modo permanente gli investimenti.
Anche il team Economics Research di Credit Suisse, nell’articolo “Italia, con le riforme è possibile un Nuovo Rinascimento” delinea un futuro più luminoso per il nostro paese ma a precise condizioni. “Guardando al futuro, l'Italia deve concentrarsi sulla piena attuazione del pacchetto di riforme complessive, ricordando che il loro vero successo non si ferma a livello legislativo, ma ha bisogno che si trasmetta alla pubblica amministrazione, alle amministrazioni locale e quindi anche all'economia in generale” fanno sapere gli esperti del Team che poi concludono: “Guardando oltre il breve termine, gli sforzi principali sono ancora necessari nel campo dell'istruzione, in quello della lotta alla corruzione, nell’ambito delle nuove tecnologie e nella sinergia complessiva di intenti tra il pubblico e il settore privato: un quadro d’insieme che favorirebbe un nuovo rinascimento italiano viste le potenzialità inespresse del paese”.
Allargando l’orizzonte alle altre possibili potenzialità ancora inespresse, ne figurano due che spesso, al contrario, sono indicate come investimenti a forte rischio correzione: l’azionario tedesco e il settore farmaceutico. Nell’articolo “Perché la Borsa di Francoforte non è cara”, gli esperti di ETHENEA spiegano come l’indice DAX, che risulta in rialzo di oltre 20 punti percentuali da inizio anno e sia sui massimi storici intorno ai 12.000 punti, possa raggiungere i 13.500 entro quest’anno e spingersi fino a 17mila punti nel 2016.
Claudio Borrelli, Head of Equity Research di Union Bancaire Privée (UBP), invece, nell’articolo “Settori di Borsa, perchè l’healthcare resta sotto i riflettori” sostiene che, benché le valutazioni del settore healthcare siano tirate, tale comparto resta ancora attraente rispetto alla media di mercato. Il manager ricorda come i trend demografici e la produttività derivante dall’attività di Ricerca e Sviluppo offrano uno scenario rialzista mentre, nel caso di un’inversione di rotta del mercato, l’healthcare dovrebbe trarre vantaggio dal suo profilo difensivo (a un multiplo inferiore rispetto al settore dei prodotti di prima necessità).
Infine, cresce il numero di gestori che orientano le proprie attenzioni verso il mercato azionario alla ricerca di opportunità di investimento capaci di combinare una solidità patrimoniale e reddituale con la distribuzione di un dividendo generoso e sostenibile. “A livello internazionale, le aziende presentano in media fondamentali forti e dispongono di riserve di contante cumulate sui loro bilanci per un totale di oltre dieci mila miliardi di franchi svizzeri. Molte società sono quindi in grado di pagare i dividendi e/o riacquistare le azioni senza intaccare la forza dei propri fondamentali. Le compagnie con flussi interessanti di capitale libero e bilanci solidi, che puntano in futuro sulla crescita dei dividendi e sui riacquisti di azioni, tendono a ottenere plusvalenze nel lungo periodo. Inoltre, queste aziende offrono al portafoglio stabilità ed entrate, grazie a una tradizione pluriennale di dividendi solidi e sostenibili” spiegano Carlo Capaul e Alain Beyeler, gestori del fondo JB Global Equity Income di Swiss & Global Asset Management nell’articolo “L’alternativa ai tassi obbligazionari a zero”.
Per beneficiare di questo trend non è tuttavia sufficiente investire indiscriminatamente sui titoli con dividendi elevati: è infatti essenziale comprendere l’effettiva sostenibilità dei dividendi, che in caso contrario potrebbero risultare inferiori rispetto alle aspettative, penalizzando così la performance. In quest’ottica, affidare al gestore un mandato globale senza restrizioni geografiche, affinchè il bilancio e il potenziale futuro di ciascuna società sia attentamente analizzato è certamente preferibile rispetto al fai-da-te. Una soluzione efficace può essere offerta, com’è argomentato nell’articolo “Il fondo azionario per coniugare crescita e reddito”, dal comparto FF Global Dividend Fund di Fidelity Woldwide Investment che seleziona, su base globale, società che staccano dividendi elevati e in crescita.
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