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Petrolio, arriva il conto per le banche di Wall Street

20 Marzo 2015 11:05

financialounge -  petrolio Wall Street
i danni collaterali del crollo del prezzo del petrolio per le grandi banche d’affari che negli anni del boom dello shale oil americano (il petrolio ricavato dalla frantumazione delle rocce) hanno finanziato con prestiti miliardari la crescita degli operatori, che ora si trovano in difficoltà e a volte chiudono.
Per 5 anni è stata una vera e propria bonanza, con oltre 30 miliardi di dollari in commissioni incassati grazie ad emissioni di azioni, M&A e prestiti nel settore petrolifero. Ora, però, bisogna liberarsi di prestiti diventati difficili da rimborsare, anche vendendoli a forte sconto. Ma non è facile.
Intanto lo scenario diventa cupo proprio per le società petrolifere nate e cresciute nei tempi del barile a 100 dollari e della continua scoperta di nuove risorse in Nord America. Per molte trovare nuove risorse finanziarie sta diventando una mission impossible.
L’effetto finale potrebbe però essere virtuoso: piani di investimento che tornano nel cassetto, prospettive ridotte di capacità produttiva e alla fine prezzi del petrolio che trovano un equilibrio finendo così di destabilizzare i mercati.

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