crescita economica

PMI, ecco le leve per far crescere di più l’Italia

19 Marzo 2015 09:10

financialounge -  crescita economica italia PMI Workshop Ambrosetti
pre rappresenta un punto di riferimento per le previsioni economiche del nostro paese e, più in generale, per ricavare preziose indicazioni sull’anno che ci aspetta. Ma il Workshop Ambrosetti organizzato a Cernobbio quest’anno ha fornito anche spunti di rilievo e proposte pratiche per far crescere le PMI e con esse, che costituiscono l’asse portante del nostro paese, l’economica italiana. Uno dei momenti più importanti della manifestazione è coinciso con la presentazione dello studio «Finanza per la crescita» messo a punto a più mani dagli esperti del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), da quelli del Mise e dal Gruppo di Lavoro The European House – Ambrosetti.
La conclusione ai cui giunge lo studio è incentrato su un pacchetto di misure più robuste a favore delle PMI e capaci di fornire un impatto ancora più incisivo sull’economia determinando un balzo del fatturato tra 100 a 190 miliardi di euro, un aumento dell’occupazione (con la creazione tra 250 e 500 mila nuovi posti di lavoro) e una ricaduta positiva sul PIL italiano stimata tra il +1,4% e il +2,7%. Gli specialisti che hanno curato l’analisi sono partiti dal miglioramento in atto nel settore dei finanziamenti alle PMI: dai mini- bond ai project bond, dall’incentivazione della quotazioni in Borsa delle piccole aziende alla maggiore predisposizione degli investitori istituzionali ad erogare più credito direttamente alle aziende. Che, tuttavia, rappresenta soltanto un necessario ma ancora sufficiente primo passo nella direzione della crescita più solida e sostenibile.
Lo studio, in quest’ottica, suggerisce alcuni accorgimenti. A cominciare dal credito d’imposta del 50% per un biennio per le società che realizzano operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni), e dal dimezzamento, da 18 a 9 anni, del periodo di tempo concesso per l’ammortamento fiscale di avviamento e marchi. Lo studio indica poi con precisione i settori (dal digitale alla green energy, dalla sanità alla cultura fino al turismo) nei quali andrebbero concentrati in misura più ampia le agevolazioni in quanto la leva risulterebbe maggiore: ovvero a parità di stanziamenti si genererebbero aumenti di ricchezza nazionale molto superiori. Infine, ma non meno di rilievo, è emersa anche una proposta che potrebbe agevolare gli investimenti e i risparmi a medio lungo termine: applicare anche agli investimenti di durata almeno triennale l’aliquota agevolata (cioè il 12,5% invece del 26%) sui capital gain realizzati dopo 36 mesi.

Trending