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In aumento il rischio di credito delle imprese italiane

24 Febbraio 2015 10:12

financialounge -  imprese
rzo trimestre 2014 l’andamento del tasso di default a 90 giorni delle imprese italiane, cioè l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di tre o più rate nell’ultimo anno di rilevazione, ha evidenziato un aumento, posizionandosi al 5,9% rispetto al 5,5% del trimestre precedente: sebbene si tratti di un incremento abbastanza lieve, la variazione inverte di fatto il trend positivo che si manifestava dalla metà del 2013 quando il tasso di default era del 6,5%.
La percentuale resta comunque ancora distante dal picco del 2009, quando il tasso di default era prossimo al 7%.
È questo il dato di maggior rilievo che spicca dalla lettura dell’ultimo aggiornamento dell’Economic Overview di CRIF Rating Agency: quest’ultima è la prima agenzia di rating italiana ad emettere rating regolamentari e riconosciuti a livello europeo, avendo ottenuto, in data 23 dicembre 2011, la registrazione come Credit Rating Agency (CRA). CRIF Rating Agency è, inoltre, riconosciuta ECAI.

Osservando più nel dettaglio i singoli macro settori, è possibile constatare come il commercio al dettaglio, con il 6,4%, abbia un tasso di default lievemente più alto degli altri comparti considerati, seguito a breve distanza dalla manifattura (con il 6,1%).
Nei servizi, invece, la dinamica del rischio segue il trend di crescita mantenendo il tasso di default sostanzialmente in linea con la media nazionale. Anche la parte manifatturiera del Paese mostra un andamento instabile e, seppure nella variabilità delle diverse specializzazioni, esprime complessivamente un tasso di default in aumento e pari al 6.1% rispetto al 5.6% del trimestre precedente.
Dall’analisi condotta da CRIF Rating Agency spiccano alcune specializzazioni e nicchie produttive che vantano un buon posizionamento sui mercati e si caratterizzano per un tasso di default inferiore alla media della manifattura: ne è un esempio l’industria meccanica, fiore all’occhiello dell’industria italiana.
Per contro si notano le difficili condizioni in cui versa l’intera filiera delle costruzioni, con indicatori di rischio sensibili al vistoso calo del mercato immobiliare.

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