Fondi obbligazionari

Idee di investimento - Obbligazioni - 23 febbraio 2015

23 Febbraio 2015 09:17

financialounge -  Fondi obbligazionari idee di investimento mercati emergenti quantitative easing
decidesse adesso di investire nel Bund tedesco, a fine anno potrebbe avere l'amara sorpresa di non essere riuscito neanche a difendere il proprio capitale da un eventuale rialzo dei prezzi al consumo” sottolinea Giuliano D'Acunti, Head of sales di Invesco, nell’articolo “Necessario chiedersi quanto rischio si è disposti a tollerare”. Per il manager, l’attuale contesto spingerà inevitabilmente ogni risparmiatore a chiedersi quanto rischio è disposto a sopportare, tenendo conto che se la sua soglia di tolleranza sarà troppo bassa, potrebbe anche chiudere l'anno con un rendimento reale (al netto dell’inflazione) negativo. Per l’esperto alcune opportunità di investimento nel comparto obbligazionario sono rintracciabili, per esempio tra le emissioni bancarie subordinate e i corporate bond dei Paesi emergenti: le emissioni degli istituti di credito che prevedono garanzie minori rispetto ai titoli senior hanno rendimenti che arrivano fino al 6% e garantiscono così un buon extrarendimento rispetto al classico investimento in BTP.

L’asset class del debito emerging markets è gettonata anche da altri asset manager internazionali. “Confermiamo il sovrappeso dei mercati obbligazionari emergenti, sia in dollari USA che in valuta locale, a discapito di quelli sviluppati che, nel complesso, risultano onerosi. La progressiva decelerazione evidenziata negli ultimi mesi dalle economie in via di sviluppo rispetto agli Stati Uniti e al resto del mondo industrializzato è più che compensata dal rendimento offerto dalle piazze obbligazionarie emergenti. Per un certo tempo, inoltre, le aggressive misure di stimolo monetario varate nell’eurozona e in Giappone aumenteranno l’attrattiva degli asset ad alto rendimento e il debito emergente potrebbe beneficiarne in misura notevole. Un altro possibile fattore positivo è costituito dalle dinamiche di domanda e offerta: gli emittenti sovrani delle aree in via di sviluppo probabilmente raccoglieranno meno dell’anno scorso; secondo alcune stime il volume di emissione lordo di debito sovrano dovrebbe diminuire del 25% rispetto al 2014” puntualizza la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), nell’articolo “Debito emergente, le ragioni dell'appeal ritrovato”, che poi aggiunge: “Anche il debito in valuta locale ha la sua attrattiva e potrebbe assistere ad un incremento della domanda da parte degli investitori la cui valuta di base è l’euro, soprattutto data la probabile traiettoria della moneta unica (che dovrebbe tendere a svalutarsi nei prossimi mesi). Detto ciò ci aspettiamo ancora una forte dispersione dei rendimenti fra i vari paesi e le diverse valute”.

Un altro sostenitore dell’obbligazionario emerging makets è Mondher Bettaieb – Loriot, gestore corporate bond di Vontobel Asset management: “Tra 10 anni la stragrande maggioranza dei paesi europei avrà oltre il 20% dei cittadini con età superiore ai 65 anni. Questo cambio demografico strutturale crea le premesse per un’opportunità di investimento da cogliere al volo per gli investitori europei e, quindi, anche italiani: quella di catturare l’extra rendimento ancora disponibile soprattutto (ma non solo) nel debito dei paesi emergenti. Oggi, infatti, a fronte di un rendimento intorno al 2,0% dei Treasury Usa a 10 anni e un 2,60% dei corporate bond IG a 10 anni, i bond EM in hard currency pagano il 5,5%, quelli in valuta locale il 6,5% e le emissioni decennali dei Paesi di Frontiera sfiorano i sette punti percentuali” spiega Mondher Bettaieb – Loriot nell’articolo “Debito emergente, un’occasione ghiotta per gli italiani” per il quale si tratta di rendimenti che potrebbero scendere sotto il 4% generando quindi laute plusvalenze nei portafogli degli investitori che li acquistano adesso.

Il team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management, invece, guarda con attenzione alle opportunità del mercato obbligazionario euro a seguito dell’annuncio del QE della BCE. “Una reflazione dei CMBS (i titoli garantiti da ipoteche su immobili commerciali ) e degli RMBS (titoli garantiti da ipoteche su immobili residenziali) in Europa è in linea con la nostra tesi e soddisfa i criteri politici dettati dalla BCE. L’elevato rendimento reale in queste tipologie di ABS sarà verosimilmente ridotto, e questo porterà a una contrazione degli spread e a rendimenti potenzialmente vigorosi nel 2015” fa sapere Jim Caron, Managing Director di Morgan Stanley Investment Management Ciononostante, il prezzo di molti di questi attivi cartolarizzati non è ancora completamente in linea con i fondamentali in fase di miglioramento e con il potenziale sostegno della BCE. “Ciò è in parte dovuto al contesto normativo e ai vincoli di capitale ponderati per il rischio che per alcuni enti regolamentati costituiscono un ostacolo all’acquisto di questi attivi. Gli investitori avranno quindi l’opportunità di acquistare in modo selettivo questi attivi con rendimenti nell’ordine del 5-9% e con un potenziale di rialzo del prezzo che potrebbe tradursi in rendimenti totali nell’ordine del 10-12%” sottolinea Jim Caron nell’articolo “Un’eccezionale opportunità d’investimento per il 2015”.

Infine, per tutti gli investitori amanti del reddito fisso che volessero catturare le diverse opportunità che ancora sono presenti sul mercato del credito si segnala il fondo UBAM – Global Credit Opportunities. Il nuovo comparto, che va ad arricchire la gamma di soluzioni di investimento obbligazionarie di Union Bancaire Privée SA (UBP), ha come obiettivo primario quello di assumere un profilo di rischio/rendimento equilibrato durante ogni fase del ciclo macroeconomico, puntando, senza vincoli di benchmark, sulle migliori opportunità presenti in tutti i mercati dei tassi d’interesse e del credito globali. In particolare, com’è illustrato nell’articolo “Un fondo per catturare tutte le sfumature del mercato del credito” grazie alla propensione alla liquidità e a un processo di allocazione top-down (legato cioè alle variabili macro economiche), lo UBAM – Global Credit Opportunities si pone l’obiettivo di sfruttare la sua flessibilità per catturare le opportunità offerte dai segmenti più attraenti, investment grade, high yield, debito subordinato, emergente e delle economie avanzate.

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