Borsa di Tokyo
Idee di investimento - Azioni - 16 febbraio 2015
16 Febbraio 2015 09:35

mando Carcaterra il 2015 dovrebbe essere l’anno della rivincita delle Borse europee su Wall Street mentre è tornata in prima fila, sulla scena dei mercati finanziari, la volatilità. La decisione della Banca Centrale Europea di ampliare ulteriormente la sua politica monetaria espansiva, avviando da marzo fino almeno a settembre del 2016 un massiccio Quantitative Easing attraverso un piano di acquisti di titoli pubblici da 60 miliardi di euro al mese, supporterà i listini della zona Euro ma Armando Carcaterra nell’articolo “La disperata ricerca di rendimento farà i conti con la volatilità”mette in guardia gli investitori in quanto, all’orizzonte si intravedono numerosi eventi che potrebbero, potenzialmente, riportare delle turbolenze.
In ogni caso, come sostiene Olivier P. Müller, Investment Strategy CIO Office Europe/Switzerland di Credit Suisse nell’articolo “Emerge un potenziale di valore in Europa”, i tassi di rendimento sui minimi storici e un rafforzamento del dollaro USA, rendono interessanti le azioni europee. Per lo strategist, inoltre, il quadro caratterizzato da bassi rendimenti (che probabilmente resteranno tali anche nei prossimi mesi) dovrebbe spingere gli investitori a ricercare opportunità nel segmento creditizio più basso e altrove in altre classi d’investimento. “Nell’ambito del nostro tema «Azioni dei paesi avanzati alla ribalta» favoriamo l’equity Europa. La politica monetaria della BCE fornisce un sostegno e, dal momento che l’inflazione resta attenuata, la banca centrale gode anche di una maggiore flessibilità per estendere i suoi mezzi di stimolo monetario” sottolinea Olivier P. Müller mentre il suo collega Gérald Moser Head of Equity Analysis spiega perché oltre ai listini del Vecchio Continente privilegia quello di Tokyo. “Il Giappone è un altro paese in cui la banca centrale continua ad avere un atteggiamento espansionistico. A fronte del sostegno delle condizioni monetarie, delle interessanti valutazioni, della solidità della dinamica degli utili e delle riforme politiche in corso, a nostro giudizio anche le azioni nipponiche offrono prospettive interessanti. Nonostante opportunità selettive, i mercati emergenti in generale restano una regione caratterizzata da problematiche strutturali e dall’assenza di crescita” fa presente Gérald Moser nell’articolo “Perchè le azioni Europa e Giappone sono la prima scelta” all’interno del quale parla anche dei settori: “Continuiamo a ritenere che i beni di consumo ciclici dovrebbero trarre vantaggio dalla flessione dei prezzi del petrolio negli USA e dal calo dei tassi in Europa e Giappone. A nostro giudizio è anche un settore economico, oltre a quello IT, un settore per cui abbiamo anche un giudizio positivo. Mentre, finora, i dati sugli utili sono stati deludenti per le banche negli USA, il programma di QE in Europa dovrebbe aiutare il settore finanziario in generale, e manteniamo prospettive positive per tale settore”.
Anche la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity ha aumentato l’esposizione sulle Borse del Vecchio Continente decidendo di portare l’azionario Europa da una ponderazione neutrale al sovrappeso: in parallelo ha valutato di sottopesare ulteriormente gli USA e di mantenere al peso neutrale i mercati emergenti. “La maggiore esposizione all’azionario europeo riflette l’accelerazione economica della regione, le migliori condizioni di liquidità e le valutazioni favorevoli ponderate per il ciclo economico” fanno sapere gli esperti della PSU nell’articolo “Portafoglio azionario, più Europa e meno Wall Street”.
Per Andrew Swan, Fund manager del fondo BGF Asian Dragon, infine, il mercato azionario asiatico dovrebbe tornare quest’anno ad offrire interessanti ritorni grazie ad una serie di fattori esterni (come, in primis, il calo del prezzo del petrolio) e di supporti interni (come le riforme cinesi e indiane e il miglioramento della liquidità nella regione asiatica). “Tutti i passaggi verso il cambiamento ciclico e positivo in Asia devono ancora essere pienamente apprezzati dagli investitori. La stabilità della crescita mondiale, la riforma strutturale in India e il miglioramento della liquidità nella regione, in combinazione con valutazioni interessanti potrebbe comportare, dopo alcuni anni i cui i mercati asiatici hanno stentato, il raggiungimento di livelli più elevati degli indici di Borsa” puntualizza Andrew Swan nell’articolo “Azioni asiatiche, solidità di fondo con potenzialità di rialzo”.
In ogni caso, come sostiene Olivier P. Müller, Investment Strategy CIO Office Europe/Switzerland di Credit Suisse nell’articolo “Emerge un potenziale di valore in Europa”, i tassi di rendimento sui minimi storici e un rafforzamento del dollaro USA, rendono interessanti le azioni europee. Per lo strategist, inoltre, il quadro caratterizzato da bassi rendimenti (che probabilmente resteranno tali anche nei prossimi mesi) dovrebbe spingere gli investitori a ricercare opportunità nel segmento creditizio più basso e altrove in altre classi d’investimento. “Nell’ambito del nostro tema «Azioni dei paesi avanzati alla ribalta» favoriamo l’equity Europa. La politica monetaria della BCE fornisce un sostegno e, dal momento che l’inflazione resta attenuata, la banca centrale gode anche di una maggiore flessibilità per estendere i suoi mezzi di stimolo monetario” sottolinea Olivier P. Müller mentre il suo collega Gérald Moser Head of Equity Analysis spiega perché oltre ai listini del Vecchio Continente privilegia quello di Tokyo. “Il Giappone è un altro paese in cui la banca centrale continua ad avere un atteggiamento espansionistico. A fronte del sostegno delle condizioni monetarie, delle interessanti valutazioni, della solidità della dinamica degli utili e delle riforme politiche in corso, a nostro giudizio anche le azioni nipponiche offrono prospettive interessanti. Nonostante opportunità selettive, i mercati emergenti in generale restano una regione caratterizzata da problematiche strutturali e dall’assenza di crescita” fa presente Gérald Moser nell’articolo “Perchè le azioni Europa e Giappone sono la prima scelta” all’interno del quale parla anche dei settori: “Continuiamo a ritenere che i beni di consumo ciclici dovrebbero trarre vantaggio dalla flessione dei prezzi del petrolio negli USA e dal calo dei tassi in Europa e Giappone. A nostro giudizio è anche un settore economico, oltre a quello IT, un settore per cui abbiamo anche un giudizio positivo. Mentre, finora, i dati sugli utili sono stati deludenti per le banche negli USA, il programma di QE in Europa dovrebbe aiutare il settore finanziario in generale, e manteniamo prospettive positive per tale settore”.
Anche la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity ha aumentato l’esposizione sulle Borse del Vecchio Continente decidendo di portare l’azionario Europa da una ponderazione neutrale al sovrappeso: in parallelo ha valutato di sottopesare ulteriormente gli USA e di mantenere al peso neutrale i mercati emergenti. “La maggiore esposizione all’azionario europeo riflette l’accelerazione economica della regione, le migliori condizioni di liquidità e le valutazioni favorevoli ponderate per il ciclo economico” fanno sapere gli esperti della PSU nell’articolo “Portafoglio azionario, più Europa e meno Wall Street”.
Per Andrew Swan, Fund manager del fondo BGF Asian Dragon, infine, il mercato azionario asiatico dovrebbe tornare quest’anno ad offrire interessanti ritorni grazie ad una serie di fattori esterni (come, in primis, il calo del prezzo del petrolio) e di supporti interni (come le riforme cinesi e indiane e il miglioramento della liquidità nella regione asiatica). “Tutti i passaggi verso il cambiamento ciclico e positivo in Asia devono ancora essere pienamente apprezzati dagli investitori. La stabilità della crescita mondiale, la riforma strutturale in India e il miglioramento della liquidità nella regione, in combinazione con valutazioni interessanti potrebbe comportare, dopo alcuni anni i cui i mercati asiatici hanno stentato, il raggiungimento di livelli più elevati degli indici di Borsa” puntualizza Andrew Swan nell’articolo “Azioni asiatiche, solidità di fondo con potenzialità di rialzo”.
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