mercati azionari
Azioni, bond, oro e valute: ecco lo scacchiere del 2015
14 Gennaio 2015 11:30

amentali di Wall Street e la scommessa sulle Borse europee, la selezione degli emittenti obbligazionari, la forza del dollaro americano e la puntata sull’oro per un inatteso ritorno di fiamma dell’inflazione o per le possibili crisi di sistema.
Sono questi, in estrema sintesi, i temi di investimento di maggior rilievo sullo scacchiere finanziario del nuovo anno. Vediamoli uno per uno.
Wall Street è cara ma resta il faro delle Borse mondiali. Inoltre l’economia USA è in salute e le corporation americane potrebbero sorprendere positivamente soprattutto nei settori hi tech, beni di consumo e healthcare. Inoltre la forza del dollaro offre agli investitore una freccia in più in ottica di diversificazione. Per contro, invece, figurano le valutazioni: l’S&P500 è sui massimi storici e i margini di crescita risultano molto più esigui rispetto alle possibili correzioni.
Proprio l’esatto contrario dell’Europa, la bella addormentata azionaria che, qualora la propria economia desse segni di risveglio, potrebbe avere ampi spazi di crescita soprattutto nei settori bancari e industriali. Oltretutto l’Europa offre interessanti dividendi (dal 5% del Cac40 di Parigi al 3,62% del Ftse 100 di Londra) che possono rappresentare una valida opzione alternativa ai titoli obbligazionari sempre meno generosi in termini di rendimento.
Restando in ambito azionario, anche Tokyo può valere una puntata ma soltanto con prodotti con cambio coperto in modo da evitare qualsiasi impatto del cambio euro / yen.
La divisione Morgan Stanley Research ritiene che il miglioramento della crescita, insieme al contesto di bassa inflazione e di politiche monetarie accomodanti supporteranno il mercato azionario e obbligazionario societario nel 2015.
“Abbiamo rivisto al rialzo le valutazioni attese per il mercato azionario Giapponese e Statunitense mentre abbiamo ridotto quelle sui Paesi Emergenti. In USA riteniamo che sovraperformerà il settore energetico mentre ci attendiamo una sottoperformance del settore health care e delle small cap. In Europa preferiamo i settori ciclici mentre sconsigliamo quelli difensivi” spiegano gli esperti della divisione.
Tornando al consenso generale di mercato, per quanto riguarda invece le obbligazioni, se i bond governativi non risultano interessanti, i corporate bond potrebbero esserlo ma soltanto selettivamente in modo da individuare emittenti e titoli ancora capaci di stringere lo spread o dare un extra rendimento senza rischi eccessivi. Poi, dal momento che il dollaro USA sarà ancora forte rispetto all’euro possono andare bene i fondi monetari e quelli obbligazionari a breve termine al fine di catturare l’apprezzamento del biglietto verde senza esporsi al rischio di rialzo dei tassi USA.
“Con riferimento alle valute ci attendiamo un ulteriore apprezzamento del dollaro Usd, soprattutto nei confronti di euro, yen e dollaro australiano. Nell’ambito dei Paesi Emergenti riteniamo che il calo del prezzo del petrolio favorirà la Rupia Indiana (INR) mentre il Won Sud Coreano (KRW) sottoperformerà” sottolineano gli specialisti della divisione Morgan Stanley Research.
Infine l’oro: per gli analisti internazionali si tratta di un investimento che funziona bene come antidoto di portafoglio alle crisi di sistema, alla volatilità e all’inflazione, come dimostrato anche nelle prime settimane di quest’anno.
Sono questi, in estrema sintesi, i temi di investimento di maggior rilievo sullo scacchiere finanziario del nuovo anno. Vediamoli uno per uno.
Wall Street è cara ma resta il faro delle Borse mondiali. Inoltre l’economia USA è in salute e le corporation americane potrebbero sorprendere positivamente soprattutto nei settori hi tech, beni di consumo e healthcare. Inoltre la forza del dollaro offre agli investitore una freccia in più in ottica di diversificazione. Per contro, invece, figurano le valutazioni: l’S&P500 è sui massimi storici e i margini di crescita risultano molto più esigui rispetto alle possibili correzioni.
Proprio l’esatto contrario dell’Europa, la bella addormentata azionaria che, qualora la propria economia desse segni di risveglio, potrebbe avere ampi spazi di crescita soprattutto nei settori bancari e industriali. Oltretutto l’Europa offre interessanti dividendi (dal 5% del Cac40 di Parigi al 3,62% del Ftse 100 di Londra) che possono rappresentare una valida opzione alternativa ai titoli obbligazionari sempre meno generosi in termini di rendimento.
Restando in ambito azionario, anche Tokyo può valere una puntata ma soltanto con prodotti con cambio coperto in modo da evitare qualsiasi impatto del cambio euro / yen.
La divisione Morgan Stanley Research ritiene che il miglioramento della crescita, insieme al contesto di bassa inflazione e di politiche monetarie accomodanti supporteranno il mercato azionario e obbligazionario societario nel 2015.
“Abbiamo rivisto al rialzo le valutazioni attese per il mercato azionario Giapponese e Statunitense mentre abbiamo ridotto quelle sui Paesi Emergenti. In USA riteniamo che sovraperformerà il settore energetico mentre ci attendiamo una sottoperformance del settore health care e delle small cap. In Europa preferiamo i settori ciclici mentre sconsigliamo quelli difensivi” spiegano gli esperti della divisione.
Tornando al consenso generale di mercato, per quanto riguarda invece le obbligazioni, se i bond governativi non risultano interessanti, i corporate bond potrebbero esserlo ma soltanto selettivamente in modo da individuare emittenti e titoli ancora capaci di stringere lo spread o dare un extra rendimento senza rischi eccessivi. Poi, dal momento che il dollaro USA sarà ancora forte rispetto all’euro possono andare bene i fondi monetari e quelli obbligazionari a breve termine al fine di catturare l’apprezzamento del biglietto verde senza esporsi al rischio di rialzo dei tassi USA.
“Con riferimento alle valute ci attendiamo un ulteriore apprezzamento del dollaro Usd, soprattutto nei confronti di euro, yen e dollaro australiano. Nell’ambito dei Paesi Emergenti riteniamo che il calo del prezzo del petrolio favorirà la Rupia Indiana (INR) mentre il Won Sud Coreano (KRW) sottoperformerà” sottolineano gli specialisti della divisione Morgan Stanley Research.
Infine l’oro: per gli analisti internazionali si tratta di un investimento che funziona bene come antidoto di portafoglio alle crisi di sistema, alla volatilità e all’inflazione, come dimostrato anche nelle prime settimane di quest’anno.
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