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Portafogli obbligazionari, come puntare al 6% nel 2015

9 Gennaio 2015 15:10
financialounge -  BCE Fondi obbligazionari PIMCO quantitative easing
In un contesto all’insegna di rendimenti dei titoli di Stato relativamente contenuti, i mercati creditizi europei (e globali) offrono interessanti opportunità con rendimenti più elevati.

Ne è convinta Eve Tournier, Executive Vice President presso la sede PIMCO di Londra e responsabile della gestione di portafogli obbligazionari paneuropei, che dice: “Gli investitori possono privilegiare strategie obbligazionarie flessibili e diversificate, in grado di sfruttare le opportunità offerte dal mercato e che offrono un potenziale di rendimento allettante del 4-6% con una volatilità analoga”. Per la strategist gli investitori dovrebbero seguire la direzione indicata dalla BCE. “Ad eccezione di un programma di acquisti di attività su vasta scala come negli USA e nel Regno Unito, finora l’Eurotower ha adottato diverse misure volte a migliorare le condizioni di liquidità nell’area euro e a convincere gli investitori del suo costante impegno a fare «tutto il necessario»".

La BCE si è infatti impegnata a mantenere il tasso ufficiale «sui livelli correnti per un periodo di tempo prolungato, alla luce delle attuali prospettive d’inflazione» (BCE, 7 agosto 2014). Ha inoltre avviato operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO) e si è impegnata ad acquistare asset-backed securities (ABS) e covered bond «almeno» per i prossimi due anni, nel tentativo di espandere il proprio bilancio di circa 1.000 miliardi di euro per allentare ulteriormente le condizioni finanziarie nell’area euro e sostenere il proprio obiettivo di ancorare le aspettative d’inflazione” ricorda Eve Tournier per la quale la BCE non si fermerà qui poiché, il suo obiettivo consiste nel «mantenere i tassi d’inflazione appena sotto il 2%».

Più recentemente, nel suo discorso del 21 novembre 2014, Mario Draghi ha dichiarato che la BCE è già impegnata in un quantitative easing ed è pronta a fare di più «senza indugio»: alla luce di ciò, quale sarà la prossima asset class sulla lista degli acquisti della BCE? Le obbligazioni societarie, i titoli di agenzie europee o i titoli di Stato?

“Indipendentemente dai dettagli, ulteriori acquisti di attività sosterrebbero i mercati europei nel loro complesso. Riteniamo che i titoli di Stato dei paesi europei periferici rimangano un carry trade interessante: ad esempio, i titoli sovrani italiani a 10 anni al 2,02%, che quotano con uno spread di 130 punti base rispetto allo 0,7% dei Bund decennali (Bloomberg, 1° dicembre 2014). Se la BCE si impegnasse ad acquistare titoli di Stato, questi ultimi potrebbero offrire un carry interessante e un ulteriore restringimento degli spread” fa notare Eve Tournier che apprezza anche i titoli finanziari.

“Dal 2011 le società hanno evidenziato una graduale tendenza al releveraging da livelli estremamente bassi, mentre le banche sono costrette a ridurre la leva finanziaria, in quanto le autorità di vigilanza europee impongono coefficienti patrimoniali sempre più elevati, una maggiore liquidità e una leva complessiva inferiore. L’attuale tendenza verso il deleveraging e la riduzione del rischio è un’ottima notizia per i creditori delle banche e ora le valutazioni di mercato offrono interessanti opportunità per investire in questo trend verso il miglioramento dei profili creditizi. Attualmente esprimiamo la nostra ferma convinzione nei titoli finanziari in due modi: per quanto riguarda le banche più solide, investiamo nella parte subordinata della struttura del capitale, che offre rendimenti di circa il 4-6%, mentre, per quanto concerne le banche di seconda fascia, investiamo in obbligazioni senior. Giudichiamo particolarmente interessanti le obbligazioni bancarie senior dei paesi periferici agli attuali rendimenti (tra i 100 e i 200 punti base in più rispetto al Libor per le scadenze a 3-4 anni), alla luce della disponibilità dei finanziamenti quadriennali della BCE a 15 punti base, che a nostro avviso nei prossimi 12 mesi causeranno un restringimento degli spread sui titoli bancari dei paesi periferici” sostiene Eve Tournier che, infine, dopo quattro mesi all’insegna dell’ampliamento degli spread, ritiene l’alto rendimento globale relativamente interessante, in virtù anche di rendimenti superiori al 6%.

“Occorre rimanere prudenti in un contesto di estrema debolezza della crescita dell’area euro, ma i fondamentali sono pressoché intatti: i titoli high yield in scadenza nei prossimi 2-3 anni sono pochissimi. In assenza di uno shock sul fronte della crescita, i tassi d’insolvenza rimarranno contenuti. Con rendimenti dei titoli di Stato (soprattutto in Europa) e tassi d’insolvenza persistentemente bassi, gli investitori continueranno a ricercare carry e l’alto rendimento dovrebbe rimanere ben supportato” puntualizza Eve Tournier. Nel mercato dell’alto rendimento, la strategist privilegia le obbligazioni societarie di alta qualità con rating BB, le obbligazioni con garanzie di primo grado e gli «astri nascenti» (le obbligazioni di società per le quali Eve Tournier prevede un innalzamento del rating a investment grade nei prossimi 1-2 anni): secondo la strategist vi sono infatti numerosi potenziali astri nascenti tra le società di servizi finanziari negli Stati Uniti e nel settore energetico nordamericano, che beneficia della rivoluzione dell’energia da scisti ed evidenzia una crescita estremamente vigorosa, il che consente un rapido deleveraging e ulteriori investimenti.

“In Europa, dove la ripresa è più fragile, ravvisiamo una maggiore enfasi sul consolidamento del settore. Il posizionamento in potenziali target di acquisizione può offrire interessanti opportunità di rendimento totale, come è avvenuto con l’acquisizione della divisione energetica di Alstom da parte di GE, con quella di Lafarge da parte del gruppo attivo nei materiali edili Holcim e con l’acquisto di Indesit da parte di Whirlpool, produttore di elettrodomestici. In futuro prevediamo un ulteriore consolidamento del settore delle telecomunicazioni” conclude Eve Tournier.
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