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Banche, nel 2014 meno obbligazioni è più fondi e sicav

8 Gennaio 2015 09:20
financialounge -  fondi comuni Fondi obbligazionari settore bancario sicav
Il calo dei tassi di interesse del mercato obbligazionario ha avuto ripercussioni pure nei portafogli delle famiglie italiane e, in parallelo, nelle emissioni bancarie. Infatti, in base ai dati Abi relativi ai primi 11 mesi del 2014, il totale dei bond in circolazione degli istituti di credito italiani ammontava a 448,2 miliardi di euro, in contrazione del 13,4% rispetto al 2013, per un totale di 65,3 miliardi in meno.

In parallelo, il sistema bancario ha registrato un aumento dei flussi di sottoscrizione di fondi comuni e comparti di Sicav che, nei primi 11 mesi del 2014, si sono attestati a 63,9 miliardi di euro: flussi che hanno privilegiato soprattutto i prodotti flessibili (35,8 miliardi di raccolta netta), gli obbligazionari (25,2 miliardi), gli azionari (8,1 miliardi) e i bilanciati (7,3 miliardi). Uno switch di preferenze pilotato dalle banche per riuscire a fare raccolta. Con i tassi di interesse obbligazionari ai minimi storici, l’appeal dei bond bancari è inevitabilmente ridotto ai minimi termini mentre i fondi consentono di offrire ai clienti soluzioni interessanti sia sotto il profilo della diversificazione e sia per quanto riguarda l’investimento a medio lungo termine.

Basti pensare che le emissioni obbligazionarie bancarie destinate al pubblico retail, e con taglio minimo inferiore ai 50 mila euro, offrono tra lo 0,3% e il punto percentuale lordo in più rispetto al titolo di stato di uguale durata, ma con un’aliquota fiscale penalizzante (26% rispetto al 12,5% dei titoli del Tesoro), con costi commissionali ancora piuttosto onerosi (tra il 2% e il 4% sul controvalore nominale) e, spesso, senza che il titolo sia quotato su un mercato regolamentato (aspetto che penalizza il sottoscrittore qualora volesse vendere il titolo prima della scadenza).

Al contrario, il collocamento di un fondo garantisce alla banca una commissione annua tra l’1,2% (per un fondo obbligazionario) e il 2% (per un prodotto a vocazione azionaria), passando per l’1,50% - 1,60% di un fondo bilanciato o flessibile, per tutta la durata del possesso delle quote.
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